La piaggeria: da vizio a virtù.

di G.S. “Dottore complimenti: che cravatta meravigliosa! Chi le ha fatto questo regalo deve essere una persona di gran gusto!” …che roba! neanche Paolo Limiti nel suo guardaroba ne ha una così orrenda!
“Deliziosa questa pasta al forno, cosa ci hai messo… poi devi darmi la ricetta!” …che colla paurosa!
“Era una persona squisita! Ah… sono sempre i migliori ad andarsene!” …che gran figlio di… che era!
“La sposa è bellissima… che bel bambino signora …che mostri!
Questo nuovo taglio di capelli ti dona divinamente, devi dirmi chi è il tuo parrucchiere!” …mamma mia, che t’hanno combinato, sembra che porti il tupé!

Ma quanto sei bravo… ma quanto sei bello… ma quanto sei intelligente… E vai… tutti bravi, belli e buoni! E’ il dilagare della piaggeria, un tempo considerata la cartina di tornasole dell’animo vile, la pratica falsante di chi alliscia il prossimo per conquistarsene il favore, oggi, invece, arte sapiente e sopraffina del saperci fare, del saper vivere quotidiano… dello stare in pace, con se stessi e con gli altri! Il lubrificante per eliminare attriti e frizioni di una società sempre più gerarchizzata e burocratizzata, fondata sulla competizione, governata dalla logica del profitto, animata dalla prevaricazione, esaltata dalla filosofia machiavellica del primeggiare a tutti i costi!
Certo, per emergere, per far carriera, per piacere agli altri, se proprio non se ne può fare a meno, è sempre meglio adulare che denigrare il prossimo. Del resto la lusinga, il complimento non hanno mai offeso nessuno, anzi a dire di psicologi e sociologi, la piaggeria facilita il vivere quotidiano e mitiga i rapporti interpersonali. Insomma è un toccasana per l’equilibrio sociale. Una formula gradevole e indolore per incanalare senza forzature e pericolose controindicazioni, ma con sottile scaltrezza, le tensioni del genere umano in una direzione che non nuoce a nessuno.

Si, essere lusingati piace, piace a tutti, non c’è dubbio!
Il complimento porta una ventata di buon umore, di ottimismo e di allegria.
Rende ben accetto chi lo porge, gratifica e fa felice chi lo riceve!
C’è poco da fare, adulare: funziona!
Ma perché non sortisca effetti indesiderati bisogna saper
lusingare!

Ecco, quindi, le regole del perfetto piaggiatore:
· adulare è l’imperativo categorico!
· farlo anche in assenza del destinatario della leccata, per evitare di essere tacciati di piaggeria;
· assicurarsi che la sbavata giunga sempre a destinazione con tanto di mittente;
· personalizzare la lode a seconda dell’interlocutore che si ha davanti;
· scoprirne i punti deboli: figli, intelligenza, bellezza, professione, casa, squadra di calcio, ecc ;
· non fare mai un complimento e chiedere allo stesso tempo il favore di ritorno;
· la pazienza non è solo la virtù dei forti ma anche quella dei piaggiatori: lavorare sulla distanza;
· non temere mai di adulare chi già riceve tanti elogi (zucchero non guasta bevanda!);
· non farsi mai scoprire!
La piaggeria, alla stessa stregua di tutte le discipline che si rispettano, si articola in diverse specializzazioni!
Il lecchino – lungimirante, che guarda lontano, che liscia oggi per incassare domani, che s’ingrazia le simpatie del meccanico anche se la sua macchina, appena uscita dalla concessionaria, è perfetta, ma… non si può mai sapere!
L’adulatore – cecchino, che prende bene la mira e spara le sue leccate soltanto al potente di turno, a chi gli può servire nell’immediato per ottenere questo piacere o quell’altro favore.
Il ruffiano – erga omnes, che lecca tutto e tutti, che lascia la scia al suo passaggio, che sbava in ogni dove perché è proprio fatto così, è il suo modus vivendi, gli viene spontaneo… un “dono di natura” insomma!
Il lisciamele – cortigiano, che fa la corte all’impiegatuccio di 3° livello, appena assunto, non perchè ne è attratto sessualmente, ma solo per il fatto che fiuta il favore nell’aria: è il figlio di un pezzo grosso al Comune, o un tizio che farà presto carriera e un domani te lo puoi ritrovare come capo ufficio!
Allora dai a sbavare sperando che quando sarà tempo si ricordi delle tue… premure!

Al top di questo singolare genere di specializzazioni ce n’è poi uno che campeggia su tutti per l’elevato tasso di rendimento che è in grado di assicurare: la leccata di scambio. Tu dici in giro che io sono bravo ed io faccio altrettanto con te!

Un giochino facile, facile con il quale si sono costruite dal nulla vere e proprie fortune, intere carriere! Basti pensare che, stando a recenti valutazioni di studiosi del settore, soltanto il 15% del successo professionale delle persone, perfino di chi dovrebbe rendere concretamente conto del proprio operato come chirurghi, ingegneri, avvocati, è dovuto a reali conoscenze tecniche e a comprovate capacità professionali, mentre il restante 85% dipende soltanto ed esclusivamente dall’abilità di saper trattare, porgersi e soprattutto… allisciarsi il prossimo!

Lecca et impera… perchè tanto sulla lingua resta sempre appiccicato qualcosa!!! Adulatori – lecchini – sviolinatori – ruffiani – lisciastivali – baciaculo – lisciamele non sono considerati dalla società come dei bugiardi ipocriti da tenere a debita distanza, bensì lo strepitoso prodotto di una globalizzazione che non ha risparmiato neanche i comportamenti del genere umano omologandolo, suo malgrado, alla piaggeria. Insomma, è l’era dell’adulazione generalizzata: siamo tutti fantastici, tutti meravigliosi. Gente che ha adottato la lusinga quale migliore atteggiamento per vivere in armonia assieme agli altri!

Tant’è che il passaggio da vizio a virtù, compiuto dalla piaggeria in questi ultimi anni, è stato breve! Del resto ricevere complimenti, anche se spudoratamente falsi e lascivi, perchè non nascono dal cuore, ma dalla voglia di entrare nelle grazie di chi li riceve, piace, ciò nonostante, a tutti! La verità, invece, fa male! Spesso, molto più spesso, quasi sempre è scomoda e conviene tenerla per sé! Chi osa il contrario, come minimo, si autoetichetta persona antipatica o, quanto meno, poco gradita e il rischio è l’emarginazione!

Ma la piaggeria, di per sè, quando praticata con garbo e moderazione non offende nessuno. Anzi, fa contento sia l’adulatore che l’adulato. Dire, per esempio, ad una persona che abitualmente veste in modo sciatto: come stai bene oggi!” sortisce comunque un effetto positivo verso chi riceve un tale complimento. Perchè se il lusingato è consapevole del suo modo trasandato di abbigliarsi non se la prenderà a male, in quanto si sentirà abbastanza importante da meritarsi una leccata così sfacciatamente ipocrita. Se poi avrà, dalla sua, la stoltezza di non capire più di tanto la perfidia della sbavata, pazienza! Vuol dire che continuerà a stare in pace col proprio modo di… acchittarsi!

C’è poi da sfatare il luogo comune secondo cui più una persona è… “in alto” e di conseguenza oggetto di molti complimenti, tanto meno sarà sensibile alle nostre lusinghe. Non è vero! Al contrario, la persona iper-incensata prenderà gli elogi come una dimostrazione d’intelligenza da parte dell’adulatore, un’ulteriore conferma del proprio status-simbol, e penserà: “è un tizio in gamba perché, lisciandomi, ha capito quanto valgo, quanto sono importante, chi sono realmente IO!”.

Peccato, però, quando il gioco della piaggeria rasenta il patologico. Quando cioè a rimetterci è soprattutto l’autostima! Quando il giudizio, l’opinione, la consapevolezza che abbiamo di noi stessi e la fiducia nei nostri mezzi, dipendono esclusivamente dal parere degli altri, e ci si lascia condizionare oltre modo da ciò che la gente pensa e dice di noi!

Peccato quando il gioco della piaggeria si fa pesante al punto tale da manipolare la realtà delle cose pur di promuovere interessi del tutto personali.

Allora viene fuori tutta la bassezza morale, l’animo vile di chi abusa del complimento pensando una cosa e dicendone l’esatto contrario. Allora la verità diventa un optional! La sincerità un ostacolo! La persona schietta una razza in via d’estinzione… peccato!

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