La partita elettorale si giocherà tutta sull’Imu!

In campagna elettorale di promesse se ne fanno tante, ma a volte può capitare pure che un ex ministro dell’economia, come Giulio Tremonti si presenti alle elezioni con una nuova lista dal nome “Lavoro e Libertà” e magari lanci un’iniziativa davvero clamorosa presentando, come primo atto pubblico della neonata formazione politica, un’istanza di rimborso dell’Imu, definita come “la mano morta” dello stato sui cittadini. Si legge nel manifesto contro l’Imu presentato da Tremonti, che l’imposta municipale unica non è stata messa sulla proprietà, ma contro la proprietà, per colpire il risparmio degli italiani. Propone quindi di presentare istanza di rimborso al comune, allegando la ricevuta di pagamento e consiglia di rivolgersi per l’assistenza alle associazioni di tutela della proprietà o ai caf, per presentare ricorsi collettivi. L’ex ministro del governo Berlusconi si appoggia su una presunta sentenza della Corte Costituzionale secondo cui l’Imu sarebbe incostituzionale, in quanto non introduce criteri di flessibilità in base al reddito o ai valori immobiliari. Si tratterebbe insomma di una patrimoniale permanente, che si basa su calcoli arbitrari sui valori immobiliari. Tremonti sostiene infatti che, mentre i prezzi degli immobili stanno precipitando, l’imposta resta sempre uguale. L’Imu, così com’è, non favorirebbe l’accesso all’abitazione, così come dice la costituzione, ma il decesso della casa!!! Giulio Tremonti ha deciso di cavalcare il tasto dolente dell’economia italiana, ossia patrimoni immobiliari e tasse, per lanciare in modo esplosivo la propria lista elettorale.
L’IMU – si legge nel sito listalavoroliberta.it – non è una imposta sulla proprietà, ma contro la proprietà ed il risparmio degli italiani. Per questo, si può e si deve reagire per farne dichiarare l’incostituzionalità. La reazione può essere sviluppata nelle seguenti quattro fasi:
Fase 1 – Istanza di rimborso.
Si può presentare al Comune istanza di rimborso dell’IMU pagata, corredata delle ricevute di pagamento. L’azione anche di un singolo contribuente, meglio se assistito dalle Associazioni di tutela della proprietà o dai CAF, ovvero un’azione di classe collettiva può essere sviluppata attraverso una serie di “ricorsi pilota” – individuali o collettivi – per innescare un meccanismo di cui tutti si potranno comunque giovare. Uno schema di istanza di rimborso può essere il seguente:
Fase 2 – Ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale.
Decorsi 90 giorni dalla proposizione della istanza di rimborso, ed in caso di mancata risposta da parte del Comune, è possibile proporre ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale competente, evidenziando le ragioni di incostituzionalità dell’IMU e chiedendo la remissione degli atti alla Corte Costituzionale. Uno schema di ricorso tipo può essere il seguente:
Fase 3 – Remissione degli atti alla Corte Costituzionale.
È sufficiente che anche una sola delle Sezioni delle numerosissime Commissioni Tributarie italiane – verificata la fondatezza e la rilevanza della questione di costituzionalità proposta- rimetta gli atti alla Corte Costituzionale, perché questa sia tenuta ad esaminarla ed a pronunciarsi. In caso di sentenza che dichiari l’incostituzionalità totale o parziale dell’IMU, tutti i contribuenti interessati – se non lo hanno già fatto – potranno chiedere e ottenere il rimborso di quanto ingiustamente pagato.

Fase 4 – Giudizio della Corte Costituzionale.

In questa fase, l’opinione pubblica ha un ruolo essenziale, non solo per creare una massa critica di ricorsi, ma anche per esercitare una pressione democratica sugli organi preposti a decidere, e sugli stessi organi legislativi, che possono in ogni momento intervenire per rimuovere gli elementi di incostituzionalità.

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