La pandemia della disuguaglianza: aumentano i miliardari, ma soprattutto i nuovi poveri!

Con il Coronavirus c’è chi ha incrementato la propria ricchezza e chi invece si è ritrovato sempre più povero. La pandemia, infatti, ha aggravato le condizioni economiche delle famiglie italiane e rischia di ampliare a breve e medio termine i divari economici e sociali preesistenti.

Nei 21 mesi intercorsi tra marzo 2020 e novembre 2021 il numero dei miliardari italiani della Lista Forbes è aumentato di 13 unità e il valore aggregato dei patrimoni dei super-ricchi è cresciuto del 56%, toccando quota 185 miliardi di euro alla fine dello scorso novembre. I 40 miliardari italiani più ricchi posseggono oggi l’equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani più poveri (18 milioni di persone adulte).

Il 5% più ricco degli italiani deteneva a fine 2020 una ricchezza superiore a quella dell’80% più povero.

Alla riduzione delle spese per i consumi è corrisposto nel 2020 un significativo aumento dell’incidenza della povertà assoluta: oltre 1milione di individui e 400mila famiglie sono sprofondati nella povertà.

Nel 2020 un milione di persone in più in povertà assoluta - La Stampa

La denuncia arriva dal rapporto di Oxfam ‘La pandemia della disuguaglianza’, in occasione dell’apertura dei lavori del World Economic Forum di Davos.

“Dall’inizio dell’emergenza Covid-19, ogni 26 ore un nuovo miliardario si è unito ad una élite composta da oltre 2.600 super-ricchi le cui fortune sono aumentate di ben 5 mila miliardi di dollari, in termini reali, tra marzo 2020 e novembre 2021”, denuncia l’organizzazione non governativa.

Solo per Jeff Bezos, il numero uno di Amazon, una delle aziende il cui fatturato è decollato con il COvid-19, Oxfam calcola un “surplus patrimoniale” nei primi 21 mesi di pandemia di 81,5 miliardi di dollari, l’equivalente del costo stimato della vaccinazione (due dosi e booster) per l’intera popolazione mondiale.Patrimonio di Jeff Bezos. Quanto è ricco il CEO di Amazon

La pandemia, poi, ha colpito più duramente le donne, che hanno perso 800 miliardi di dollari di redditi nel 2020. Tuttora, mentre l’occupazione maschile dà segnali di ripresa, si stimano per il 2021 13 milioni di donne occupate in meno rispetto al 2019.

Una pandemia delle diseguaglianze in cui le banche centrali sono intervenute pompando migliaia di miliardi per sostenere l’economia. “Ma gran parte di queste risorse – dice Oxfam International – sono finite nelle tasche dei miliardari che cavalcano il boom del mercato azionario”.

Poi c’è il boom degli utili nel settore farmaceutico, “fondamentale nella lotta alla pandemia, ma succube alla logica del profitto e restio alla sospensione temporanea dei brevetti” per aumentare la produzione di vaccini e salvare vite nei paesi più poveri. Vaccino antiCovid, a Bari code in farmacia per gli over 80: "Grande richiesta e sistema rallentato" - la RepubblicaSecondo Oxfam, i monopoli detenuti da Pfizer, BioNTech e Moderna hanno permesso di realizzare utili “per 1.000 dollari al secondo e creare cinque nuovi miliardari”. Al contempo “meno dell’1% dei loro vaccini ha raggiunto le persone nei Paesi a basso reddito”. La percentuale di persone con COVID-19 che muore a causa del virus nei Paesi in via di sviluppo – denuncia la Ong – è circa il doppio di quella dei Paesi ricchi, mentre ad oggi nei Paesi a basso reddito è stata vaccinata appena il 4,81% della popolazione.

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1 Response

  1. G.P. ha detto:

    Insieme al Covid c’è un’altra pandemia che si allarga in tutto il mondo: i grandi patrimoni aumentano a dismisura, così come a dismisura si moltiplicano le persone in povertà assoluta. L’ultima a certificarlo è l’Oxfam, che ha fatto i conti su quanto i ricchi si siano ulteriormente arricchiti anche durante i lockdown, mentre per i ceti deboli la situazione è precipitata.

    A fronte di questa monumentale iniquità pochi governi hanno fatto sul serio, e chi ci ha provato – come in Italia Giuseppe Conte – è stato mandato a casa. La comunità internazionale si è accontentata invece di qualche pannicello caldo, come la tassazione di appena il 15% per i colossi di internet, nonostante non sappiano più dove mettere i miliardi.

    Una foglia di fico che non nasconde la vergogna di chi sta facendo benissimo gli interessi delle élite, lasciando a un destino misero larghe fette della popolazione, salvo poi piangere quando dalle periferie povere del mondo ci si riversa verso l’Occidente, e dalla periferie senza educazione, cultura e speranza delle nostre città partono i raid di chi va a stuprare le ragazzine fosse anche sotto al duomo di Milano.

    Per ridurre queste gigantesche diseguaglianze l’unico vaccino sono nuove politiche di welfare e una classe dirigente capace di comprendere che la forbice tra ricchi e poveri non si può allargare all’infinito. Al contrario, distribuendo il benessere che soprattutto l’Europa ha potuto accumulare in decenni senza guerre, dopo il sacco ben più lungo delle stagioni coloniali, può venirne una maggiore crescita per tutti.

    Un esempio è quello delle case, oggi un’autentica emergenza visto che abbiamo circa 150mila famiglie tutte insieme sotto sfratto. Persone che hanno bisogno e in generale diritto a un tetto tanto quanto i proprietari degli immobili hanno diritto alla pigione.

    Mettere gli uni contro gli altri è la classica ricetta di una politica sterile, mentre costruire le abitazioni che servono rottamando migliaia di vecchi edifici, grazie a piani di housing sociale e di case popolari, incentiverebbe ancora di più il lavoro e la crescita. Le diseguaglianze che abbiamo sono enormi, ma farle crescere o ridurle non è una casualità, ma una di quelle scelte che toccano alla politica. Quella vera.

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