La P.A. non è un posto di lavoro… giovane!

L’Italia non è un Paese per giovani e tanto meno lo è la Pubblica amministrazione dove gli under30 sono ridotti ad una fetta del 2,7%. E alzando l’asticella agli under35 si progredisce di poco (6,8%). E’ quanto emerge dall’aggiornamento al 2015, appena pubblicato dall’Aran, l’Agenzia che si occupa di pubblico impiego. Sul totale di oltre 3 milioni di dipendenti pubblici, quelli tra i 18 e i 29 anni si fermano a quota 81.746, che diventano 205.333 ponendo come limite i 34 anni. Insomma, i giovani nella P.a
scarseggiano, tanto che l’età media ha superato i 50 anni. Guardando al personale con contratti a tempo indeterminato si nota come, tranne le forze dell’ordine (41,4), siano tutto over50: medici (53,1), dirigenti (54,4), docenti della scuola (51,2), professori e ricercatori universitari (53,2). L’età media è passata da 44,2 anni a 50,4 nel complesso: i dipendenti di Regioni e Comuni hanno preso 6,8 anni, quelli della sanità 4,9, le forze armate 5,4, i corpi di polizia 9,5, i ministeri 8,1, la scuola 4,5. Insomma, a completare il quadro non certo esaltante di una Pubblica amministrazione ridotta ai minimi termini da buste paga sempre più leggere, meno personale e ancora tanti timbri e troppe scartoffie, arriva pure l’anagrafe a scoprire le carte d’identità di una categoria ancora più vecchia, stanca, depressa e demotivata! Ci vorrebbe proprio un bello scossone per risvegliare l’ambiente dal suo grigiore: stipendi dignitosi, pensionamenti di massa e nuove assunzioni per un epocale ricambio generazionale!

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