La ‘moina acchiappa-voti’ di Renzi&Co.

4 dicembre. Sì o No. Un voto con il quale gli italiani decideranno se ‘pasticciare’ la Costituzione italiana o se mandare a casa ‘il-più-grande-pasticciere’ della Repubblica italiana. Insomma, l’ora della verità si avvicina minacciosa per il ‘premier senza voto’ che le tenta tutte, pur di rimanere a Palazzo Chigi. Renzi, sondaggi alla mano, sa benissimo che 2 italiani su 3 non vedono di buon occhio l’euro e l’Europa della Troika. E allora, in piena campagna referendaria, non può fare a meno di cavalcare il sentimento antieuropeista
che serpeggia nel Belpaese e che equivale a milioni di consensiE lo fa, obtorto collo, perché sa benissimo che il suo status di ‘premier senza voto’, lo deve proprio alla Troika. Quindi mette in scena “la moina” del No sul ‘bilancio europeo’ dicendo a ‘reti unificate’ che la nostra legge di bilancio non si piegherà mai ai diktat di Bruxelles sul tetto al deficit e a far capire che anche le risorse destinate all’Italia su temi quali l’immigrazione e il terremoto non ci bastano. Così, via le bandiere europee alle sue spalle quando va in conferenza stampa. Veto alla revisione del bilancio Ue 2014-2020. E chissà cos’altro ancora pur di guadagnare qualche milionata di Sì. Per questo “la moina” del No a Bruxelles, che gli regge il gioco, in cambio di un Sì sulla scheda del 4 dicembre! Le coperture ballerine del Def hanno subito allertato l’Europa, e la richiesta di più flessibilità per l’emergenza sisma e immigrazione hanno fatto il resto dello scontro tra Palazzo Chigi e l’Unione europea, che, per il momento, ha deciso di sospendere il giudizio sul Def. Ma dopo il 4 dicembre, la mannaia di Bruxelles si abbatterà come sempre sugli italiani che si ritroveranno come al solito a dover saldare un debito pubblico che non cessa di diminuire e che continua a crescere inesorabile! Insomma nell’era della globalizzazione, la finanza ordina, la politica esegue e i media propagandano. Nel ‘terremoto-italiano’ è surreale che il dibattito italiano ruoti intorno a temi importanti, ma non dirimenti della crisi sociale ed economica in cui versiamo da troppi anni, come la riforma delle regole per riordinare la ‘casta’, quando l’unico argomento all’ordine del giorno dovrebbe essere il lavoro. Oggi come oggi, più che di riformare la Costituzione, i cittadini chiedono una società più equa e solidale, dove il reddito sia redistribuito e il salario minimo garantito. Dove chi fa soldi a palate paghi le tasse per quanto dovuto e i loro profitti, anziché accrescere la loro ricchezza fino a farli scoppiare, vengano reinvestiti in posti di lavoro. Questo vogliono gli italiani che il 4 dicembre votano NO e che non si lasciano incantare dalla moina acchiappa-voti di Renzi &Co!

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