La mancata difesa degli interessi italiani nel Mediterraneo orientale.

di Attilio Runello. Nonostante le ricerche sul territorio nazionale il nostro paese al momento è dotato di scarse fonti di risorse energetiche tradizionali. Gran parte del gas e del petrolio di cui necessitiamo lo dobbiamo importare.
Se i cambiamenti climatici ci impongono il ricorso alle fonti rinnovabili, tuttavia ci vorranno decenni prima che si realizzi un sistema di rinnovabili che copra le necessità del paese. È inoltre evidente che si tratta di un settore strategico di capitale importanza.

L’Eni, l’azienda nazionale che si occupa del settore, è competitiva e presente  in molte aree del globo. Tuttavia massima attenzione va posta nelle aree vicine e stabili da dove l’estrazione e il trasporto possa avvenire in sicurezza. Un ottimo partner era la Libia prima della rivoluzione. Adesso molti attori si stanno inserendo nell’area, che comunque da diversi anni non è sicura.
Nel 2013 l’Eni ha ricevuto da Cipro greca licenze nelle acque territoriali del paese ed erano state individuate nel 2018 risorse di gas metano.
In quella occasione è nato un lungo braccio di ferro tra la Turchia e l’Eni per i diritti di estrazione al largo della costa sudorientale di Cipro dove Ankara, con una mossa intimidatoria e senza alcun fondamento giuridico, ha impedito le trivellazioni, regolarmente autorizzate da Nicosia, da parte della nave Saipem 12000.
In quel caso l’aggressiva volontà politica turca si è espressa facendo navigare le proprie navi militari nelle acque assegnate all’Eni, impedendogli di svolgere le proprie operazioni e costringendola a rinunciare alla ricerca di idrocarburi in quell’area.
A questo va aggiunto il progetto di Eastmed, un gasdotto che dovrebbe portare gas israeliano e cipriota in Salento, facendo dell’Italia un hub importante di gas se aggiunto all’altro gasdotto, il Tap, che porta il gas dal Caspio. Le aziende italiane parteciperebbero alla realizzazione del gasdotto. Eastmed tuttavia attraverserebbe aree marittime reclamate dalla Turchia.
Da un lato è stato costituito un forum internazionale di cui facciamo parte, dall’altro ci si interroga se avendo l’Eni licenze nell’area non sia da escludere che la Marina militare non possa garantire una presenza nell’area per scoraggiare l’aggressività turca.
Un appoggio europeo non è facile in quanto la Germania punta sul gasdotto dalla Russia e mantiene buoni rapporti con la Turchia.

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3 Responses

  1. Lino VE ha detto:

    Tranquilli e Sereni. Dopo Grillo arriva Fedez a risolvere i problemi degli italiani: ma la colpa non è dei Ferragnez che stanno facendo un mucchio di soldi, ma di chi li segue!!!

  2. Piero Vacchi ha detto:

    Sarebbe un gran cosa sfruttare a nostro vantaggio l’immigrazione, accogliendo, formando e inserendo gli immigrati in quel mondo del lavoro dal quale noi italiani ‘scappiamo’!

  3. Verbena-Torino ha detto:

    Da tempo gli interessi italiano non li difende NESSUNO nonostante chiacchiere della Meloni e Salvini.
    Frontiere aperte, mare aperto, confini montani aperti ma cosa teniamo un esercito se deve passare tempo in caserma a fare cosa?

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