La Legge deve essere uguale per tutti.

Questa volta i migranti non c’entrano proprio un bel niente!

La Lega e Salvini sono furiosi per la decisione della Cassazione che ha dato ragione alla Procura di Genova dando il via libera alla confisca di denaro riconducibile alla Lega fino a raggiungere il tetto di quasi cinquanta milioni di euro. Il partito di Salvini denuncia che “la democrazia è a rischio”, “che vogliono mettere fuori gioco per via giudiziaria il primo partito italiano”. E, ancor prima di chiedere scusa e di rendere conto agli italiani, se non altro perché quei soldi erano dei cittadini, e di rimettersi alle decisioni della magistratura, il leader della Lega chiede udienza al Capo dello Stato, come se il Quirinale dovesse aprire un inedito conflitto costituzionale intervenendo su una decisione della Suprema Corte, il massimo organo giurisdizionale. Non conosciamo la storia di quei 50 milioni, se, come e dove sono andati a finire. Saranno le autorità competenti ad appurare i fatti. Quello che, invece, proviamo sulla nostra pelle, senza lo scudo di nessuna immunità parlamentare, ma sulla pelle viva, è che quando la magistratura processa un ‘normale cittadino’ non fa altro che il suo dovere: esiste un’accusa, una difesa, un giudice, un tribunale che emette il verdetto, vari gradi di giudizio e tutti sono innocenti fino a sentenza definitiva. Ma quando una Procura rivolge le sue attenzioni ai politici, indaga e processa i partiti, allora i diretti interessati parlano di duro attacco alla democrazia da parte delle toghe, “nere” o “rosse” a seconda del presunto bersaglio da colpire. Si stracciano le vesti, raccolgono firme, fanno comizi e girotondi, gridano al complotto, a sentenze ad orologeria, a processi politici per togliere di mezzo questo o quell’altro avversario. Ma è mai possibile che in questo Paese la Legge non può essere uguale per tutti: chi sbaglia paga, chi è innocente viene assolto ed è libero! Una regola semplice, ma di vitale importanza, che dovrebbe valere per tutti, anche per i magistrati, ma soprattutto per chi rappresenta milioni di cittadini che con il loro voto hanno delegato partiti e uomini politici ad amministrare e governare le città, le regioni, l’Italia intera.

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