La forza dell’ignoranza.

di Clemente Luciano. Roberto Battiston è uno scienziato e astrofisico italiano di altissimo profilo.

Ordinario di fisica sperimentale all’Università di Trento, è il padre, insieme al premio Nobel Samuel C.C. Ting, di una apparecchiatura montata sulla Stazione Spaziale Internazionale che fa misure di precisione dei raggi cosmici nello spazio. Per questo suo rilevante curriculum, Battiston era stato nominato direttore dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) una delle eccellenze scientifiche e punta di diamante della ricerca italiana. Ma evidentemente questo curriculum non aveva molto significato per i nuovi governanti grilloleghisti, se lo hanno destituito da direttore dell’Agenzia. Il decreto con il quale il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica ha rimosso Battiston testualmente recita: la decisione “non necessita di una particolare e pregnante motivazione”(!!!!).
Eh sì. Il decreto porta la firma proprio del ministro Marco Bussetti, quello che così viene presentato dalla pagina Wikipedia: “Docente di educazione fisica di scuola media, ricopre a livello regionale diversi incarichi legati al mondo dello sport. È stato allenatore e dirigente della squadra di basket di Gallarate”. Però: pure allenatore della squadra di Gallarate!
Così, il docente di educazione fisica Bussetti ha destituito l’astrofisico Battiston, senza bisogno di “pregnanti” motivazioni.
Davvero un modo brutale e tracotante di gestire la cosa pubblica, che ricorda i peggiori metodi lottizzatori dei governi della prima repubblica. Proprio niente male per un governo che si definisce del “cambiamento”.
E l’autonomia della scienza e della ricerca? La guida dei grandi enti di ricerca richiede conoscenze approfondite, capacità di valutazioni dettate da appropriate cognizioni. E invece, anche qui, con la più squallida logica lottizzatoria, il governo grilloleghista rimuove uno scienziato per occupare, come ha fatto con la Rai, i posti strategici di un ente scientifico che dovrebbe rimanere fuori da ogni logica spartitoria. Perchè lo scopo della scienza e della ricerca scientifica deve essere quello di un continuo sforzo per incrementare i livelli di conoscenze ed impegnare risorse umane e tecnologiche per la crescita del sapere, della dimensione economica, del benessere dell’umanità.
Come se ciò non bastasse, il governo grilloleghista pretende anche di mettere le mani e controllare le conoscenze storiche, scientifiche e culturali del nostro Paese. Infatti, secondo una proposta di legge grillina, la divulgazione scientifica dovrebbe essere “controllata” da una apposita commissione che ne decreti l’importanza e che ne accrediti la divulgazione attraverso i canali del servizio pubblico. Praticamente con questo proposta di legge si vorrebbe che sia il governo, attraverso una “propria” Commissione (o magari-perchè no? già che ci siamo, si potrebbe utilizzare direttamente la Piattaforma Rousseau) a decidere cosa mandare e cosa non mandare in onda sulla Rai. Per esempio, se i contenuti delle trasmissioni di Piero o Alberto Angela non fossero graditi o ritenuti “scientificamente inappropriati”, la commissione potrebbe impedirne la diffusione, decidendo invece, di “divulgare” un programma che abbia, diciamo così, “narrazioni” più gradite al regime grilloleghista.
E chi dovrebbe decidere (e con quali criteri individuati da chi?) quale ricerca è degna di essere divulgata e altre no? Un sistema che ricorda vagamente quello adottato nel 1937 dal regime fascista, con il ministero della cultura popolare, cosiddetto MinCulPop, che, oltre a propagandare la cultura fascista, aveva il compito di effettuare un costante e capillare controllo interno ed esterno su qualsiasi pubblicazione. Oppure sembra di rileggere le pagine di “1984” di George Orwell nelle quali si descriveva il “Ministero della Verità” che aveva il compito di produrre tutto ciò che aveva a che fare con l’informazione: propaganda di partito, editoria, programmi radiotelevisivi, per renderlo conforme alle direttive e all’ideologia del partito al potere. Come si vede, passare da queste modalità di scelta della divulgazione scientifica, alla vera e propria censura politica il passo è più che breve.
E’ dunque questo il governo del “cambiamento”? Con questa logica di occupazione fisica e quest’approccio ideologico e moralistico nel controllo della scienza e della cultura, e cioè dei posti della mente e delle idee, questo governo blocca e intimidisce ogni voglia di intrapresa e di “fare” che rappresentano proprio la cifra dell’Uomo e dell’Individuo.
E’ ben altro il “nuovo” di cui ha bisogno questo Paese. Perchè la ricerca scientifica non è un lusso culturale, ma la più concreta opzione per dare un futuro al Paese e alle nuove generazioni, e per far tornare una parte del fiume di giovani che abbiamo formato in Italia e che possono lavorare solo all’estero. La ricerca genera occupazione qualificata, sviluppo imprenditoriale, innovazione di prodotto, ma serve anche alla sicurezza nazionale, alla tutela del territorio e dei beni culturali.
Ed oggi invece, tra i cento NO (No tav-No tap-No vax) che questo governo pronuncia ideologicamente contro ogni tipo di modernità, si fanno strada l’antiscienza e la nostalgia del passato.
Paghiamo il mancato rinnovamento industriale ed infrastrutturale, vendendo le nostre aziende storiche (è di questi giorni la paventata chiusura degli stabilimenti di uno dei marchi storici italiani,la “Pernigotti”).
Eravamo i proprietari di piccoli ristoranti, eccellenze della cucina mondiale, poi ne siamo diventati i cuochi, domani, forse, semplici camerieri.
Il metodo scientifico è il modo per risalire la china, per modernizzare il Paese, per compiere scelte non ideologiche in tutti i campi. Per premiare il merito e non il clan.
Il merito e non l’ignoranza al governo oggi in Italia. E’ la competenza, la conoscenza che deve avere il suo giusto riconoscimento, perchè già troppi sono i suoi nemici, i nemici della conoscenza, come scrive Tom Nichols nel suo libro: “La conoscenza e i suoi nemici. L’era dell’incompetenza e i rischi per la democrazia”. Continueremo a vivere, altrimenti a vivere in quel mondo rovesciato raccontato proprio da Orwell nel “Grande Fratello”,a ripetere gli slogan dell’antipensiero: “La Guerra è pace. La Libertà è schiavitù. L’Ignoranza è forza”. L’Ignoranza, appunto.

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