La Democrazia italiana è ormai un’oligarchia gestita da comitati d’affari.

di Yvan Rettore. Le ultime vicende politiche hanno smascherato definitivamente il quadro politico nazionale dimostrando che i partiti presenti in parlamento sono dei semplici comitati d’affari al servizio del potere e di coloro che davvero lo controllano.
Pur di far parte del futuro assetto governativo che dovrà impegnarsi a far approdare in Italia fiumi di denaro provenienti dall’Unione Europea, tutte (o quasi) le compagini politiche ivi presenti hanno mandato in soffitta le divisioni apparenti che le separavano e ogni residuo ideologico che ancora le caratterizzava.
L’importante era ed è di salire su un treno in cui tutti sperano di avere un proprio tornaconto e di poter essere ancora nelle cabine della regia politica del Paese che attraverso la figura di Draghi sarà incondizionatamente al servizio della grande finanza internazionale.
Le modalità di questo “golpe bianco” sono state apertamente sostenute da larga parte della stampa nostrana che hanno dipinto l’ex governatore della Bce quasi come un santo mandato dalla provvidenza appoggiandosi ad una valanga di sondaggi per legittimarne una presunta popolarità che nei fatti non c’è.
Questo perché la gente comune si sente stavolta completamente tradita da una classe politica ormai omogenea sia nel mantenimento dei propri privilegi che nella conservazione del potere da parte di coloro che da sempre fanno il bello ed il cattivo tempo in questo Paese.
Le verrà imposto un governo guidato dall’ennesimo presidente del Consiglio mai eletto, con la pretesa che le sue competenze sono superiori alla politica e quindi alla dialettica parlamentare che è il sale stesso della democrazia.
Tutto in nome di un’emergenza in nome della quale si potrà avvallare qualsiasi provvedimento, soprattutto quelli più impopolari riguardanti la sfera sociale e sanitaria.
Ad uscire pesantemente sconfitta in questo contesto è e sarà unicamente la democrazia, quella per cui lottarono strenuamente i nostri nonni e i padri costituenti e che ora verrà mortificata e sospesa almeno fino alle prossime elezioni per ragioni di Stato in quanto ormai le uniche vere opposizioni possibili potranno esprimersi fuori da un Parlamento monocolore in cui domineranno soltanto logiche di potere che nulla hanno a che vedere con i bisogni reali della gente comune.

A questo punto tanto varrebbe mandare tutti i parlamentari a casa e lasciare in carica soltanto il governo perché di fatto non cambierebbe ormai proprio nulla!

Fonte: https://yvanrettore.blogspot.com/2021/02/la-democrazia-italiana-e-ormai-una.html

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4 Responses

  1. Sandokan ha detto:

    Un bel reset per preservare i processi di innovazione dall’intromissione degli “Stati” per lasciarli in mano alle élite tecniche, economiche, finanziarie.
    Recentemente Draghi ha previsto la necessità di una distruzione selettiva via mercato delle “imprese zombie”. In qualità di presidente del “Gruppo dei 30” (un’organizzazione di finanzieri e accademici con sede a Washington fondata dalla Rockefeller Foundation), Draghi ha stilato una relazione piena di ricette per il mondo post Covid. L’idea: niente soldi per tenere in piedi le aziende virtualmente vicine al fallimento, le “aziende zombie”. Tutto molto razionale, tutto pronto a sacrificare centinaia di migliaia di piccole imprese oggi in ginocchio, che subiranno la “distruzione creativa”.

  2. il Tasso del miele ha detto:

    Serve ancora OPPOSIZIONE a questo modello sociale, oggi proposto dal suo sacerdote più esperto, Mario Draghi.
    L’opposizione in questo caso è il miglior servizio che possiamo fare ai cittadini, ricreando una forza popolare, oggi totalmente offuscata da un nuovo pezzo di partitocrazia impotente, un’oligarchia per conto d’altri. Dire NO è una questione di buon senso democratico e significa costruire un futuro diverso.

  3. Giacomo-TO ha detto:

    In tutte le società umane, persino in quelle ordinate a caste, la gerarchia finisce col mutare; la differenza principale tra le società stando in ciò, che quel mutamento può essere più o meno lungo. Il fatto, già molte volte rammentato, che le aristocrazie non durano, impronta tutta la storia della nostre società. […] La storia della società umana è, in gran parte, la storia dell’avvicendarsi delle aristocrazie (pp. 301-02).

    La teoria delle élites diventerà negli anni un elemento centrale nel pensiero di Pareto, in quanto strumento per sostenere la sua tesi. La struttura elitaria la si ritrova infatti in tutti gli ambiti della vita, dalla distribuzione del reddito (una delle sue prime teorie di fine Ottocento), all’intelligenza, alla politica, alle organizzazioni, alle religioni. La teoria delle élites è dunque sia una teoria sociologica sia una teoria politica sulla selezione delle minoranze che formano la classe politica e dominante. In Pareto, questa posizione ideologica elitaria e sempre più critica delle masse e del consenso popolare con il passare degli anni si accentuerà, al punto che egli diverrà uno dei teorici che giustificarono e approvarono l’emergere del fascismo (sebbene questa tesi sia in parte errata e ingenerosa, anche perché Pareto morì nel 1923).

  4. Samuele-VR ha detto:

    Bravo bravo bravo è così ma pare che mumniarella sia favorevole povero mummiarella

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