La cultura dell’odio contro il più forte, contro chi ce la fa e vince!

di Redazione. Il caso Suarez – il “Pistolero” che doveva arrivare in Italia per giocare alla Juve, previo superamento dell’esame di italiano per ottenere la cittadinanza italiana, “esame farsa” che sarebbe stato “truccato” per accelerare l’operazione di calcio mercato – trascina per l’ennesima volta la Vecchia Signora nell’occhio del ciclone.

Senza voler entrare nel merito della vicenda, ormai divenuta di competenza della magistratura, purtroppo questo sembra essere il prezzo da pagare nel nostro paese per chi ce la fa a restare in vetta alla classifica dei migliori, del più forte, di chi vince in campo, nel suo campo, sia esso la scuola, il lavoro, lo sport, lo spettacolo, la politica.

Insomma, in Italia quando non si riesce a vincere si demonizza l’avversario con ogni mezzo, spesso e volentieri anche giudiziario. Ne sa qualcosa la stessa Juventus che fu condannata con la retrocessione in Serie B e la revoca di due scudetti, ne sanno qualcosa politici come Craxi, Berlusconi, Renzi e Salvini.

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4 Responses

  1. Francy P. ha detto:

    Sono anni che mi dicono: Dio, Patria e Famiglia sono solo favole. Ma favole migliori non ne ho trovate e senza favole, non riesco proprio a vivere.

  2. Giacomo-TO ha detto:

    Imitare i più bravi, al fine di superarli è un Arte che in Italia non ha cultori.
    Se le altre squadre di calcio, imitassero l’organizzazione dell Juventus, sicuramente potrebbero trarne giovamento. Si migliora studiando i più bravi, imitandoli, ed addirittura migliorando la loro tecnica.
    In Italia purtroppo, la cultura dell’invidia è datata.
    Non è un caso che mezze tacche arrivano a posti di responsabilità, la bravura in Italia non paga, infatti tanti bravi se ne vanno all’Estero.

  3. Elena'70 ha detto:

    la Juve è la più amata, ma anche la più odiata! Questo, purtroppo in Italia, è il destino dei vincenti!

  4. Anonimo ha detto:

    Magistratura ad orologeria: quando non si riescono a battere gli avversari in campo, intervengono le toghe.

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