La crisi della nostra democrazia.

La nostra democrazia, Covid a parte, non gode certo di buona salute. Dopo il terremoto di “mani pulite”, i vari Andreotti, Fanfani, Forlani, Craxi, De Mita e via discorrendo hanno lasciato un vuoto terribile. I più maligni insinuano, senza rimpianti, che piuttosto quei signori hanno lasciato vuote le casse dello Stato!

E così abbiamo pensato bene di affidarci prima all’uomo di Arcore che ci aveva promesso “meno tasse per tutti” e poi ai grillini di un comico che diceva di volere aprire il parlamento e le istituzioni come una “scatoletta di tonno”!

Tutte balle!

Tant’è che oggi – tutti prostrarti al dio denaro nel solo nome del profitto – ci ritroviamo governati, e non è la prima vota, da un signore che non ha preso neppure un voto dagli italiani; un parlamento che conta meno di zero, ma che si limita a prendere atto dei provvedimenti governativi; partiti senza ideologie e senza programmi, ma soprattutto senza classe dirigente; leader di partito che sono più dei modesti attori da talk show piuttosto che statisti; una magistratura ‘politicizzata’, sfasciata dagli scandali e che ha perso di credibilità.

Insomma, ci ritroviamo con una democrazia gravemente malata. Per rimetterla in piedi non basta una semplice aspirina, ma ci vorrebbero le mani capaci, esperte e oneste di un chirurgo, ma di uno bravo, del migliore in circolazione!

Ma così non è, e l’Italia è governata e amministrata sia a livello centrale che locale da uomini e donne che, senza entrare ne merito delle loro capacità, rappresentano soltanto se stessi ed una ridottissima percentuale degli italiani, che, è bene ricordarlo, per oltre la metà degli aventi diritto al voto, preferiscono disertare le urne, piuttosto che turarsi il naso e votare il “meno peggio”!

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