La Consulta riscrive la legge elettorale: subito alle urne!?

Dove non arriva la politica, vede e provvede la magistratura! E allora ecco la nuova legge elettorale messa a punto dalle toghe: no al premio di maggioranza senza soglia e non più liste bloccate interminabili. Sono questi i paletti fissati dalla Corte Costituzionale che ha reso note le motivazioni della sentenza con cui ha bocciato il Porcellum nel dicembre scorso. Il premio di maggioranza può esistere, ma solo se c’è una soglia di voti per ottenerlo altrimenti, rileva la Corte, può provocare “una grave alterazione della rappresentanza democratica”. La Corte non vieta le liste bloccate purché siano corte, in modo da consentire all’elettore di identificare bene il candidato. Il che potrebbe aprire la strada a collegi uninominali o alle preferenze o anche a mini liste bloccate composte da non più di 5 nomi. La Consulta ha sottolineato che, comunque, la sentenza avrà effetti solo dalle prossime elezioni, elezioni che si dovranno “effettuare  o secondo le regole contenute nella normativa che resta in vigore a seguito della presente decisione, ovvero secondo la nuova normativa elettorale eventualmente adottata dalle Camere”. Quindi il Parlamento e tutti gli atti fin qui emessi dallo stesso restano legittimi e nel caso di inerzia dei parlamentari o nella non lontana ipotesi che non venga trovata un’intesa politica per una nuova legge elettorale, si potrebbe comunque andare a votare con quel che resta del Porcellum, cioè con un sistema proporzionale con preferenza unica.
Sondaggio: Letta senza maggioranza dopo modifiche Consulta. Dopo la sentenza della Consulta la virtuale distribuzione dei seggi – realizzata da Ipr Marketing per l’Ansa applicando il sistema proporzionale, con soglia di sbarramento al 4% e senza premio di maggioranza – comporterebbe una Camera dei Deputati limitata a quattro forze politiche – Pd, M5S, Fi e Ncd – e un governo Letta senza maggioranza: 261 seggi al Pd, 167 a M5S, 159 a Forza Italia, 43 al Nuovo Centrodestra. Sarebbe questa – limitata, dunque, a solo quattro forze politiche – la composizione della Camera, applicando la legge elettorale come definita dalla Corte Costituzionale ai risultati del sondaggio di ieri di Ipr Marketing sui consensi delle forze politiche. Il Pd e il Nuovo Centrodestra, che attualmente sostengono il governo Letta, non avrebbero la maggioranza di 316 deputati su 630: insieme, infatti, potrebbero contare su 304 deputati.

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