La Chiesa al servizio dei più poveri.

Ma i preti hanno uno stipendio fisso, oppure no? Quanto percepiscono i cardinali? E il Papa quanto guadagna al mese? Un prete “semplice” ha uno stipendio mensile di mille euro netti, escluse le offerte per le messe. Lo stipendio dei sacerdoti è calcolato allo stesso modo di quello di un vescovo. Il meccanismo è basato su una specie di punteggio che grosso modo corrisponde all’anzianità. Ai parroci con maggiore esperienza viene erogato fino a 1200 euro, mentre per i vescovi fino a 3000 euro circa e per i cardinali fino a 5.000 euro. Se per caso un prete è anche insegnante di religione, l’Istituto versa solo la quota che manca a raggiungere il tetto stabilito dall’anzianità, mentre se supera la quota ecco che l’Istituto funziona come sostituto di imposta e il sacerdote dovrà versare la relativa somma maturata. La pensione, invece, viene corrisposta grazie al fondo del Clero istituito all’Inps. Si tratta di cifre modeste. Chi ha una pensione più che vantaggiosa (a carico dell’Italia) è, invece, l’Ordinario Militare. Al momento di lasciare l’incarico, a 65 anni, questo arcivescovo per legge viene equiparato ad un generale di corpo d’armata con il relativo vitalizio accordato ai militari di quel rango. Per Papa Ratzinger si stabilì una rendita di 2.500 euro. Papa Francesco, invece, non riceve nessuno stipendio, ma ha la facoltà di attingere liberamente all’Obolo di San Pietro, un fondo istituito presso lo Ior che raccoglie le donazioni in arrivo nella data del 29 giugno, solennità di San Pietro e Paolo, con lo scopo di sponsorizzare tutti i progetti benefici a lui più cari (circa 65 milioni di dollari nel 2012). Un tesoretto che sta aiutando a far fronte a migliaia di Sos disperati di gente che ha perso il lavoro, che annega nei debiti, che non può più pagare le spese mediche. Storie di miseria e afflizione filtrate dal penitenziere padre Konrad che gira le periferie di Roma su una utilitaria bianca per recapitare denari a chi ha bisogno. 
Sulle orme di Papa Francesco gli 800 preti che vivono nella diocesi di Bergamo che hanno deciso di destinare il proprio stipendio a chi ha perso il lavoro nel territorio delle loro parrocchie. Lo hanno deciso assieme al loro vescovo. Molte attività hanno chiuso o si sono dovute drasticamente ridimensionare anche nel bergamasco. I loro preti hanno deciso di aiutarli tagliando il proprio reddito. Mille euro, moltiplicati per 800 parroci, fanno 800 mila euro, un bel gruzzolo. Dall’Istituto centrale per il sostentamento del Clero della Cei, finiranno in un fondo aperto dalla diocesi di Bergamo e destinato ai disoccupati cronici o a chi non riesce più a reinserirsi nel mercato del lavoro. L’idea è venuta al vescovo, Francesco Beschi, il quale a sua volta girerà l’intero mensile, di circa 2600 euro, a beneficio della causa: vuole essere il primo a dare il buon esempio con un gesto concreto e diretto di carità, e solidarietà.
Nel Parlamento italiano soltanto i deputati 5Stelle hanno devoluto la maggior parte della loro diaria ad un fondo di solidarietà per le pmi: non tutti i preti sono pedofili, non tutti i politici sono ladri!

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