La casta non molla. La crisi? Che la paghino i soliti noti!

Mentre la crisi economica fa schizzare alle stelle il numero dei disoccupati e sprofondare ai minimi storici il potere d’acquisto delle famiglie, mentre la gente per bene di questo Paese, che campa onestamente di stipendio e paga regolarmente le tasse fino all’ultimo centesimo, chiede giustizia ed equità sociale e l’Unione europea chiede, contestualmente, al nostro governo sempre maggiori sacrifici che vanno a pesare sul portafoglio dei “soliti noti”, la Corte Costituzionale stabilisce che le retribuzioni dei magistrati e dei dirigenti pubblici non possono essere abbassate!!! Non possono essere sforbiciate nemmeno di un centesimo!!! V E R G O G N O S O!!! Questo il verdetto della Corte Costituzionale, con una sentenza depositata oggi: “No ai tagli previsti dal decreto legge sulla manovra economica 2011-2012 per i dipendenti pubblici con stipendi superiori ai 90 mila euro lordi (-5% per la parte eccedente questo importo) e 150 mila euro (-10%”)”. I tagli sulla retribuzione dei magistrati previsti dal decreto legge sulla manovra economica 2011-2012 sono incostituzionali. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale! Ma i tagli alle famiglie, alle pensioni, alle scuole, agli ospedali, allo stato sociale, non sono vieppiù “incostituzionali??? “Questa decisione della Consulta grida vendetta. Siamo ancora in una Repubblica parlamentare, non é possibile che si voglia trasformarla in una regime governato dai ‘mandarini’. Il Parlamento decide in modo sacrosanto di mettere dei limiti a stipendi fuori da ogni logica e la vera casta si difende”. E’ la reazione della Lega con il responsabile del Dipartimento Fisco, Finanze ed Enti Locali, Massimo Garavaglia alla sentenza della Corte Costituzionale che ha ritenuto illegittimi i tagli agli stipendi dei dirigenti della pubblica amministrazione. Garavaglia ricorda, a tal proposito, come la proposta della Lega “era anche più drastica”, e il fatto che “i megadirigenti della Pubblica Amministrazione possono avere stipendi fuori da ogni logica di mercato, quando per esempio nel privato un dirigente al massimo arriva ad avere 90 mila euro di pensione, significa essere fuori dal mondo”. Poi un appello a Napolitano: “Speriamo che dal Colle, il Presidente della Repubblica intervenga con la sua autorevolezza per eliminare questa vergogna. Non si può chiedere alla gente di andare in pensione a 70 anni e di vedere aumentare disoccupazione e crisi per rispetto dei vincoli europei, quando poi i cosiddetti dirigenti dello Stato, veri e propri burocrati nel senso peggiore del termine, continuano ad avere privilegi ingiustificati“. Per dirla tutta, rileva infine Garavaglia “visto che le professionalità sono così elevate perché questi superburocrati non si dimettono e vanno a cercare sul mercato stipendi analoghi?”.

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