La caduta del governo, un tormentone buono solo per tv e giornaloni.


di Redazione.
Cade, non cade? Il teatrino della caduta del governo Lega-M5s, fa parte della lunga tradizione della commedia italiana che risale all’istituzione di quelle poltrone che una volta conquistate nessuno vuole più mollare!

Nella fattispecie, i due contraenti del famigerato contratto del ‘presunto’ cambiamento, non hanno nessun interesse a scollarsi dalle loro poltrone, se non altro perchè del doman non v’è certezza! Gli italiani, infatti, consumano leader politi come fossero gomme da masticare, e quando perdono di ‘sapore’ li sputano via. Prova ne sono le ultime tornate elettorali che hanno rovesciato i rapporti di forza tra Lega e 5stelle.

Nel dettaglio, i pentastellati, in caduta libera, sono incollati col Vinavil agli scranni parlamentari. Loro, ad un passo dal diventare come tutti gli altri partiti, se ne fottono di tasse, povertà, migranti, Tap, Tav, ecc, ecc. Loro – l’anticasta divenuta casta – hanno assaporato i privilegi del potere e la notorietà delle luci della ribalta e ora con il cavolo che sono disposti a rinunciare a tanto ben di Dio!

Anche perché con il limite dei due mandati – ancora lì, ma vedrete, ancora per poco – e il crollo dei consensi, ben pochi tra gli attuali deputati e senatori pentastellati possono sperare di essere rieletti in caso di ritorno alle urne. Per la maggior parte di loro andare a nuove elezioni vorrebbe dire ritornare a casa, cioè nell’anonimato dal quale erano venuti.

Dall’altra parte c’è la Lega. Ma neppure a Salvini, alla fine dei conti, conviene staccare la spina. Tant’è che il leader del Carroccio continua a ripetere fino alla noia che governerà con Di Maio per tutti e quattro gli anni che gli rimangono. Con i 5stelle in forte ribasso può fare il piccolo duce, grazie allo “spauracchio” del suo 34% delle europee contro il lor 17%. Mentre dall’altra parte si ritroverebbe sempre con un certo Silvio Berlusconi che non è certo roba tenera da masticare! E poi le politiche non sono le europee, così come le amministrative che sono un altro tipo di voto. E Salvini potrebbe fare la fine di Renzi o dello stesso  Bersani che arrivò primo ma non vinse!

Infine, tra pochi mesi questo governo dovrà rinnovare i vertici delle casseforti dello Stato. Sono infatti in scadenza amministratori e presidente di Enel, Eni, Terna, Finmeccanica-Leonardo e Poste, oltre che di una miriade di società minori. Insomma, una bella abbuffata di poltrone, che farebbero gola a chiunque, figuriamoci a Di Maio e a Salvini.

Ciliegina sulla torta, questa giallo-verde è la legislatura che sarà chiamata ad eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Perché lasciarlo fare ad altri?

Così stanno le cose. La farsa della caduta del governo – che neppure le cosiddette opposizione vogliono per davvero – può essere materia di profitti per tv, giornali, opinionisti, che ci fanno su spettacoli e libri, e logicamente una mucchio di soldi, ma non per chi campa a fatica di lavoro e pensione, onestamente e faticosamente sudati a fine mese!

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1 Response

  1. torino ha detto:

    Cade o non cade? Per ora barcolla. Mi riferisco al governo dopo che il premier Conte ha detto che ne ha piene le balle delle liti tra il M5S e la Lega, per cui o i due partiti si mettono d’ accordo sul da farsi oppure lui si dimette e buona notte al secchio.

    Al popolo non vanno a genio le sparate insensate di Toninelli, di Fico e vari dilettanti allo sbaraglio, ma gradisce la lotta agli immigrati, la flat tax su ogni reddito, la realizzazione delle grandi opere, tutta roba finalizzata a rilanciare il Paese. Al punto in cui ci troviamo è difficile ipotizzare che l’esecutivo possa proseguire nella sua attività, i due soci sono distanti chilometri l’uno dall’altro e le loro posizioni sono inconciliabili. E non da oggi, bensì da sempre.

    Il fatto che ora i nodi vengano al pettine non deve stupire: è nella logica della politica. Il problema va risolto da Mattarella cui spetta decidere se sciogliere le Camere oppure se continuare con questa traballante maggioranza, pur sapendo che essa non ha futuro.

    Indubbiamente esiste un enigma: votare subito o attendere l’ autunno? È lo stesso, forse, tuttavia è chiaro che così non si va avanti.

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