Kim, dopo avere raggiunto il suo scopo, ora cerca la normalità.

di Mauro Guidi. Kim Jong figlio e successore di Kim Il-sung, è Segretario generale ‘eterno’ della Corea del Nord dopo la morte del padre avvenuta il 17 dicembre 2011. Inoltre è segretario del WPK (Il Partito del Lavoro di Corea), è presidente della Commissione di Difesa Nazionale ed è Comandante Supremo dell’Armata Popolare Coreana. In poche parole comanda tutto e solo lui.

Le condizioni di vita di questo Stato sono fortemente segnate dalle sanzioni e dagli embarghi imposti dai Paesi occidentali, dalla fortissima corruzione della classe dirigente, nonché dall’isolamento politico ed economico acuitosi dopo la dissoluzione dell’URSS. Questi fattori, in concomitanza con diverse calamità naturali, hanno causato un impoverimento generale della popolazione fino dagli anni novanta. Ma i Kim hanno da sempre avuto l’ambizione di trasformare una nazione poverissima sia economicamente sia nell’ambito dei diritti civili in una potenza nucleare. Forse immaginando tale scelta come una scorciatoia per ottenere visibilità politica internazionale capace di innescare un successivo sviluppo economico del paese? Il 9 ottobre 2006 la Corea del Nord condusse il suo primo test nucleare il 25 maggio 2009 il secondo, il 12 febbraio 2013 il terzo, il 6 gennaio, il quarto, il quinto a settembre 2016 ed il sesto il 4 settembre 2017. Insomma una vera escalation nucleare intervallata da continui ‘rimbrotti’ delle Nazioni Unite sempre seguiti da rigorose sanzioni economiche che non hanno bloccato le aspirazioni nucleari della Corea del Nord. La famiglia Kim ha apparentemente intavolato con il resto del mondo trattative per la disattivazione del loro sito nucleare principale come avvenne il 17 marzo 2007. Questo spegnimento venne confermato successivamente il 14 luglio 2007 dagli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica che osservarono la fase di spegnimento iniziale del reattore nucleare di Yongbyon della potenza di 5 MW. In cambio la nazione nordcoreana ottenne 50.000 tonnellate di petrolio dalla Corea del Sud con la promessa di altre 950.000 tonnellate di petrolio. Sembrava intrapresa una via rassicurante per la comunità mondiale quando il 17 gennaio 2009 è stata riportata la notizia che la Corea del Nord avrebbe trasformato in armi circa 30 kg di plutonio, prodotto precedentemente dal reattore e dopo altri ‘tira e molla’Il 1º aprile 2013 è stata annunciata la riapertura del reattore nucleare di Yongbyon con conferma ufficiale da parte della Corea del Nord che tale impianto, utilizzato per la produzione di armi atomiche, ha ricominciato a essere operativo. Contemporaneamente si è sviluppata in Corea del Nord la tecnologia missilistica capace di dimostrare al mondo che le loro bombe nucleari possono essere spedite in ogni zona del pianeta prescelta. Dimostrazioni che ultimamente Kim ha saputo sapientemente gestire, programmando lanci ripetuti di vettori capaci di arrivare sempre più in là. Dopo questo percorso programmato per decine di anni senza che la comunità mondiale potesse o sapesse fermare, ora Kim inizia la politica del bastone e della carota, convinto che i ‘pacifisti ad oltranza’ ben voluti dal mercato mondiale faranno la loro parte. Il mondo accetterà così questo apparente dialogo tra le due Coree con un sospiro di sollievo pensando che tutto sommato è sempre meglio una pace apparente rispetto ad una guerra. Ma intanto Kim avrà a disposizione altri preziosi anni per portare a termine il folle desiderio di espandere il regime del terrore al Mondo intero.

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