JUVENTUS CAMPIONE D’ITALIA. E SONO 30!!!

Dal fango di “calciopoli” alla rinascita! La Juventus conquista lo scudetto 2011-2012, il suo 30° tricolore, con una giornata d’anticipo sulla fine del campionato. Da Gianni ad Andrea la famiglia Agnelli continua la sua gloriosa tradizione in bianconero! E’ lui il più giovane presidente scudettato: Andrea Agnelli, 35 anni, insediato il 19 maggio 2010. Dopo l’annus horribilis della gestione Del Neri, aveva il delicatissimo compito di rifondare, non sbagliando più una mossa, pena il disastro sportivo ed economico. E così è stato: la scelta di Conte, la conferma di Marotta, la campagna acquisti azzeccatissima e con una capacità di spesa da piccolo club, si sono dimostrate vincenti. Ma soprattutto, Andrea Agnelli ha rivitalizzato l’orgoglio del tifosi, esponendosi in una battaglia dura e rischiosa contro la Federazione. E poi Antonio Conte, uno juventino fino al midollo, alla guida di un sogno, che oggi si concretizza in un capolavoro! Prima annata sulla panchina torinese ed è subito scudetto! Un vero, grande, entusiasmante trionfo! Battendo il Cagliari a Trieste con due gol di scarto la Juve vince lo scudetto grazie al contemporano ko del Milan nel derby con l’Inter. La cavalcata di Conte si è conclusa con un successo strepitoso e meritatissimo! Albo d’oro: per la Juve è lo scudetto numero 30 anche se la Federcalcio, dopo Calciopoli, gliene assegna solo 28 (uno revocato e uno non assegnato)! Dopo le lacrime del 2006 a Bari la Juve torna a sorridere a Trieste. Il tecnico bianconero a fine gara parla di impresa straordinaria e rende onore la Milan.
Il dg Marotta invece insiste sulla terza stella: è il nostro trentesimo titolo!!! Buffon parla con orgoglio: “Per fortuna il mio errore col Lecce non ha pesato. Ho sofferto tanto in questi sei anni, ma ora torno a vincere lo scudetto: è lo scudetto mio e di Del Piero, ma anche di Camoranesi, Trezeguet, Nedved e di quanti scesero con noi in serie B. Quanti sono i nostri scudetti? Sicuramente sul campo ne abbiamo vinti 30 e io 5, sull’albo ne risultano 28 e me ne hanno assegnati 3“. Sei anni di purgatorio sono tanti, troppi per chi è abituato da sempre a stare nel paradiso del calcio internazionale!!! Tanto più quando si tratta di un periodo di stop imposto non da un ricambio fisiologico tra una vittoria e l’altra che nello sport ci sta tutto, ma da fatti esterni con cui lo sport poco o nulla ha a che vedere! Comunque la Juventus resta un mito nella storia del calcio italiano. Prima la caduta, l’umiliazione, il dramma di una retrocessione ingiusta e mai provata. Poi la risalita e adesso il trionfo che ne suggella il riscatto. L’estate 2006 fu infatti la più triste della storia bianconera: condannata alla B con 17 punti di penalizzazione (all’inizio erano 30), la squadra era stata abbandonata da quasi tutti i suoi campioni (tranne Del Piero, Buffon, Nedved, Trezeguet e Camoranesi). Ed era già tutto nell’aria quel giorno dell’ultima festa tricolore, il 14 maggio 2006 a Bari: la maglia con il 29 tinto di rosso sulle spalle, a indicare il numero degli scudetti vinti sul campo, le lacrime di Moggi che nello spogliatoio dava l’addio al calcio, la consapevolezza che l’inchiesta di calciopoli avrebbe sconvolto tutto. E difatti fu retrocessione e revoca degli ultimi due scudetti. La Vecchia Signora ripartì vincendo subito la B e affidando a Ranieri (subentrato al dimissionario Deschamps) la ricostruzione. Fu subito terzo posto, dietro l’odiata e inarrivabile Inter, che aveva pure soffiato Ibrahimovic. L’anno seguente, si migliora ancora: arriva seconda e rigioca la Champions dopo due anni. Poi, il progetto comincia a vacillare: cacciato Ranieri, le ultime due giornate subentra Ferrara, che l’anno seguente verrà esonerato a gennaio. Nell’estate 2010, si insedia Andrea Agnelli come presidente. Ma conosce subito l’amarezza: la squadra con Zaccheroni non cambia rotta e si piazza settima, fuori dalla Champions. L’anno seguente, viene chiamato Del Neri e la Juve fa ancora peggio, settima, ma fuori anche dall’Europa League. Paradossalmente, questa sarà la sua fortuna: libera da impegni internazionali, con Conte in panchina, la squadra si inventa un gioco splendido e vince lo scudetto, quando nei pronostici era data al massimo quinta. Signori, la classe non è acqua!!!

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