Italiani indebitati per pagare cure mediche.

Se stai male e aspetti che la Sanità pubblica venga in tuo soccorso, puoi pure morire!
Tranne qualche rarissima eccezione che conferma la regola, le liste d’attesa interminabili e i molteplici casi di malasanità sono le principali cause che allontanano gli italiani dal Servizio Sanitario Nazionale in favore di cure private e a pagamento. Tant’è che solo nel 2017 gli italiani hanno pagato di tasca propria 150 milioni in esami e visite mediche non rimborsate dal SSN. Una spesa talmente alta che ha portato 7 milioni di persone a indebitarsi per pagare le cure. 2,8 milioni sono stati costretti a svincolare i propri investimenti o, addirittura, a vendere casa. Sono alcuni dei dati emersi dal rapporto Censis-Rbm Assicurazione Salute, presentato oggi a Roma, in occasione del Welfare Day. Dai farmaci alle visite, sborsati dagli italiani 40 miliardi di euro l’anno. Dai farmaci per abbassare la febbre alle ecografie urgenti che non possono attendere mesi, dagli occhiali da vista alle sedute dal dentista: per queste e altre spese simili – tutto ciò che riguarda la salute, incluse le spese per cui non è previsto il rimborso del servizio sanitario – gli italiani spendono ben 40 miliardi di euro di tasca propria ogni anno. Una spesa sanitaria privata che non accenna a rallentare, anzi tutt’altro. Al punto che in 4 anni, nel periodo 2013-2017, ha visto un aumento di ben il 9,6%. Sono alcuni dei dati emersi dal rapporto Censis-Rbm presentato a Roma. Il fenomeno ha riguardato oltre 44 milioni di persone, più di 2 italiani su 3, con un esborso di circa 655 euro ciascuno. In particolare 7 cittadini su 10 hanno acquistato farmaci di tasca propria, per una spesa di 17 miliardi; 6 cittadini su 10 visite specialistiche (circa 7,5 mld); 4 cittadini su 10 prestazioni odontoiatriche (oltre 8 mld). E ancora, oltre 5 cittadini su 10 prestazioni diagnostiche e analisi (3,8 mld); oltre 1,5 cittadini su 10 occhiali e lenti (circa 2 mld). Rabbia verso il Servizio Sanitario per 4 italiani su 10. A causa delle liste d’attese troppo lunghe o i casi di malasanità, monta il rancore verso il Servizio sanitario. A provare sentimenti di rabbia è il 38% degli italiani, quasi 4 italiani su dieci. Mentre il 26,8% è critico perché, oltre alle tasse, bisogna pagare di tasca propria troppe prestazioni e perché le strutture non sempre funzionano come dovrebbero. Sono alcuni dei dati emersi dal Censis-Rbm Assicurazione Salute presentato oggi a Roma in occasione del Welfare Day 2018. I più arrabbiati verso il Ssn sono le persone con redditi bassi (43,3%) e i residenti al Sud (45,5%). Ma per un miglioramento della sanità il 63% degli italiani non si attende nulla dalla politica: per il 47% i politici hanno fatto troppe promesse e lanciato poche idee valide, per il 24,5% non hanno più le competenze e le capacità di un tempo. La sanità ha giocato molto nel risultato elettorale, tanto che per l’81% dei cittadini è una questione decisiva nella scelta del partito per cui votare. I più rancorosi verso il Servizio sanitario sono gli elettori del Movimento 5 Stelle (41,1%) e della Lega (39,2%), meno quelli di Forza Italia (32,9%) e Pd (30%). Ma gli elettori di 5 Stelle e Lega sono anche i più fiduciosi nella politica del cambiamento.

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