In Italia i grandi colossi stranieri non pagano le tasse per quanto incassano.

di Redazione. I grandi colossi americani e del mondo della tecnologia, pensiamo per esempio ad Amazon o Google, non pagano le tasse nei luoghi in cui operano i loro servizi per quello che incassano. Tantomeno lo fanno in Italia.

Infatti, secondo uno studio di Mediobanca pare che questi big americani, cinesi e giapponesi, paghino troppo poco di tasse in Italia rispetto a fatturati di gran lunga molto più alti.

Insomma, i grandi colossi pagano le tasse in Italia, ma i conti non sono del tutto chiari. Cifre veramente basse vengono versate al Fisco per la tassazione dei leader del web e della sharing economy: i numeri sono nettamente inferiori rispetto alle attese.

Ad esempio, Google Italy Srl per il bilancio del 2018 ha versato 4,719 milioni, nel 2017 5,641 a fronte di utili per 15 milioni. Amazon Italia logistic Srl invece ha versato al Fisco italiano 3 milioni di tasse, e 4,177 nel 2018 a fronte di guadagni per 11,8 milioni. Tripadvisor Italy Srl 22.535 euro nel 2018, ovvero circa quanto dovrebbe pagare un libero professionista di medio livello in Italia. Zero invece sul conto di Twitter per il 2018, mentre nel 2017 aveva pagato 1.337 euro.

Ma perché il fisco italiano, che spreme come limoni lavoratori dipendenti, pensionati, commercianti, artigiani e imprenditori, risparmia invece le grandi imprese straniere chiudendo un occhio sui loro profitti?

Il punto è che l’Italia – a zero crescita e con un altissimo tasso di disoccupazione – si trova tra l’incudine e il martello, ovvero non può “fare la guerra fiscale” a queste aziende imponendo loro una tassazione commisurata a quanto incassano, per la semplice ragione che portano tanto lavoro e assunzioni in Italia.

Per evitare quindi che questi colossi stranieri chiudano i battenti, a fronte di una maggiore seppure più giusta ed equa tassazione con la inevitabile perdita di posti di lavoro, l’unica via di scampo per il nostro paese sarebbe quella di investire in tecnologia ed innovazione per creare noi italiani industrie che fatturino e che rimangano in Italia. Insomma, creare imprese e posti di lavoro che vadano a sostituire quelle straniere.

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2 Responses

  1. sandro rm ha detto:

    Il fatto è che Dio ci ha abbandonati al nostro triste destino: scannarci gli uni con gli altri!

  2. Giacomo-TO ha detto:

    “Ma perché il fisco italiano, che spreme come limoni lavoratori dipendenti, pensionati, commercianti, artigiani e imprenditori, risparmia invece le grandi imprese straniere chiudendo un occhio sui loro profitti?”
    Perchè gentile Redazione lo Stato è forte coi deboli e deboli coi forti.
    I colossi, pensate ai colossi bancari -dispongono di fantastici studi legali- che conoscono perfettamente le leggi e sanno di conseguenza come eluderle legalmente.
    Il cittadino come me – il classico signor nessuno – non dispone di questi studi legali, ergo è un facile bersaglio per il FISCO come per qualsivoglia autorità italica.
    INNOVAZIONE – ALTA TECNOLOGIA -… sono settori che la politica non conosce.
    Se una persona ha passato tutta la vita in Parlamento, finisce per estraniarsi dal mondo reale.
    Ecco perchè dopo due mandati fuori dal Parlamento.
    La CASTA non ha alcun interesse ad un cambiamento che tocchi lo strapotere delle segreterie dei partiti. Matteo&Giorgia hanno da sempre fatto SOLO politica. Non è questione di invidia o di accidia è una semplice constatazione :Chi non ha mai fatto l’operaio come può comprendere chi lavor a in una fabbrica.
    La riforma fiscale è meglio non farla, lasciamo che a PAGARE siano i signori nessuno.
    Io vedo tre sole alternative:
    1) Rivoluzione gandiana praticamente impossibile.
    2) Andare a vivere all’estero .
    3) PIEGARE LA TESTA ed illudersi che mettendo una croce su un simbolo, sia democrazia.
    In ogni caso che DIO ci aiuti ne abbiamo tantissimo bisogno.

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