In fuga dall’Italia.
di Redazione. Da una parte aumentano gli italiani che emigrano all’estero: giovani, per lo più laureati e diplomati, in cerca di un futuro migliore e di un lavoro ben retribuito, e pensionati in cerca di meno burocrazia e di un fisco meno pesante di quello italiano.
Dall’altra, però, per la prima volta dopo 5 anni, diminuiscono le immigrazioni con un netto calo soprattutto degli africani.
Insomma, l’Italia, se si esclude il fattore turismo grazie alle sue bellezze artistiche, culturali, gastronomiche e paesaggistiche, non attrae più di tanto. Tutt’altro, dacchè l’Italia non rappresenta più quel Belpaese nel quale restare o immigrare, ma una realtà dalla quale chi se lo può permettere cerca di stare il più alla larga possibile!
Questa è l’impietosa istantanea scattata dall’Istat nel Report sull’immigrazione.
Sono 816 mila gli italiani che si sono trasferiti all’estero negli ultimi 10 anni. Oltre il 73% ha 25 anni e più; di questi, quasi tre su quattro hanno un livello di istruzione medio-alto. Il calo degli immigrati in Italia provenienti dal continente africano nel 2018 è pari al -17%.
Ci si continua a spostare alla ricerca di un lavoro dal Sud verso il Settentrione e il Centro Italia e il fenomeno è in lieve aumento. Secondo il rapporto Istat sulle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche della popolazione residente, nel 2018, sono oltre 117 mila i movimenti da Sud e Isole che hanno come destinazione le regioni del Centro e del Nord (+7% rispetto al 2017). A soffrire di questi esodi sono soprattutto la Sicilia e la Campania, che nel 2018 perdono oltre 8.500 residenti laureati, età media 25 anni.
Non è il titolo di studio, cari miei, a fare la differenza tra un uomo capace e un incapace! E’ l’uomo che fa il titolo! Puoi essere sulla carta un Dottore, un Professore, un Conte o un Principe, ma poi quello che sei realmente è la tua anima, il tuo spirito, la tua sensibilità, la tua intelligenza… ma so di pretendere troppo, pur non essendo una “sardina-pretenziosa”!
Quei giovani furbi che non se ne vanno si sono dati alla politica, da qualche anno è il periodo magico:
1) Senza titolo di studio.
2) SEnza curriculum lavorativo.
3) SEnza esperienza.
Se sei entrato al momento giusto nel movimento giusto ti ritrovi a fare il ministro, il sottosegretario, il parlamentare. Una volta dovevi cercarti le preferenze e sgobbare, ora se sei nelle simpatie del SEGRETARIO un posticino in lista e vai a Roma.
Questo vale per tutti i partiti nessuno esclusi.
Ma se la retribuzione del parlamentare fosse di 3.000 euro al mese + la sola tessera ferroviaria, voglio vedere se ci sarebbe la fila per farsi mettere in lista.
Oggi in Italia se vuoi vivere bene datti alla POLITICA, rende tanto e non rischi un cavolo.
Non sono abbastanza vecchio per fuggire da questo paese sfasciato e non sono neppure abbastanza giovane per scappare via dalle macerie: sto nel mezzo e devo restare e vedere crollarmi addosso l’Italia intera!