Imu: nessuno la vuole, ma quasi tutti la pagano!

Il governo Letta ha dunque decretato “la sospensione” della prima rata di giugno per la prima casa. 
Chi non paga. La rata di giugno è sospesa fino al 16 settembre per la prima abitazione, i terreni e i fabbricati agricoli, le abitazioni di edilizia sociale, ossia quelle degli istituti autonomi per le case popolari e quelle delle cooperative a proprietà indivisa. Non pagheranno, inoltre, le villette classificate dal catasto come classe A7.    Secondo recenti stime si calcola che saranno esentati dalla prima rata 17,8 milioni di proprietari. 
Chi paga. Anche se si tratta della prima abitazione, il decreto stabilisce che la rata di giugno andrà comunque versata entro il 17 del mese da chi possiede una casa di tipo signorile (classificata dal catasto A1) o da chi abita in ville (A8) o in palazzi storici e castelli (A9). I proprietari di seconde abitazioni (e terze, quarte, ecc.) entro il 16 giugno dovranno pagare la prima rata pari al 50% dell’intero importo. Il saldo, come lo scorso anno, si pagherà a dicembre, sempre che nel frattempo non arrivi, entro il 31 agosto, la riforma fiscale della proprietà immobiliare. 
Quanto pagheremo dipenderà dai comuni. Per qualcuno la rata sarà maggiorata rispetto a quanto versato lo scorso anno. Infatti poiché il decreto fa riferimento alle norme del “Salva Italia”, in quei comuni dove sono state deliberate le nuove aliquote del 2013 e le stesse siano state pubblicate entro il 16 maggio sui siti comunali il calcolo andrà fatto su queste e non sulle vecchie aliquote. Alcuni comuni hanno già aumentato le aliquote e quindi è necessario rifare il calcolo Imu.
Commercianti, artigiani e imprenditori, a giugno pagano la prima rata Imu. La prima rata è infatti dovuta oltre che da tutti i proprietari di seconde case, anche da imprenditori, commercianti e artigiani per i loro immobili a uso produttivo, classificati C1, C2, C3. Pagano anche gli opifici classificati D1. 
Per le imprese l’Imu potrebbe essere deducibile. Per il momento si tratta di una promessa, tutta da verificare. Per gli immobili a uso produttivo di imprenditori, artigiani e commercianti la riforma dovrebbe prevedere la deducibilità dalle imposte dirette, ossia Irpef e Ires, dell’Imu versata. Sembra che la priorità sarà data alle imprese, a cui verrà garantita la deduzione fiscale dell’Imu pagata sui capannoni; il governo è disposto a garantire uno sconto sull’Ires, Confindustria chiede che quanto pagato per quegli immobili possa essere usato per abbattere anche l’Irap. Non è invece chiaro se lo sconto a cui ha fatto cenno letta varrà anche per i negozi, visto che Confcommercio e Confesercenti hanno già fatto sapere che non accetteranno alcun tipo di discriminazione. 
Cantine e garage. Per le pertinenze il decreto prevede che se appartengono alla prima casa vale la sospensione. Se invece sono parte di una abitazione secondaria scatta la rata di giugno dell’Imu. Il decreto fa riferimento al decreto 201 del 2011, il “Salva Italia”, dove si specificano le norme per le pertinenze prima abitazione: se si hanno due “pertinenze” dello stesso tipo solo su una non si versa l’Imu. Questo vuol dire che se si ha una cantina e un posto auto entrambe nella prima casa non si paga nulla poiché appartengono a categorie diverse. Ma se si hanno due posti auto su uno dei due, quello di minor valore, la prima rata dell’Imu va comunque versata. 
La riforma entro settembre. Se entro il 31 agosto non sarà stata varata la nuova tassa unica comunale scatta la “clausola di salvaguardia”: chi non ha pagato a giugno verserà il 50% dell’imposta entro il 16 settembre. Sulle seconde case si pagherà direttamente la seconda rata a dicembre.
Le ipotesi allo studio. L’Imu dovrebbe cambiare nome e trasformarsi in “Tassa Ics”, Imposta casa e servizi, che ricomprenderebbe Imu, Tares, imposta di registro e addizionale comunale Irpef. Sulla parte casa verrebbero esentati i redditi Isee più modesti e le quota per rifiuti e servizi comunali sarebbe dovuta anche dagli affittuari. 
Patrimoniale immobili di lusso. Resta in piedi l’ipotesi patrimoniale dell’1,5% per chi possiede immobili di valore catastale superiore a un milione e mezzo di euro. 
Le altre riforme. La più probabile è la proroga dei bonus energia e ristrutturazioni, che scade il 30 giugno 2013. Chi realizza lavori di ristrutturazione edilizia fino al 30 giugno di quest’anno (la promozione è iniziata il 26 giugno 2012) ha diritto a usufruire dell’aumento delle detrazioni dal 36% al 50%. Il tetto massimo di spesa per il periodo in questione è raddoppiato da 48.000 a 96.000 euro. I proprietari di casa che hanno realizzato lavori di ristrutturazione dovranno fare particolare attenzione alla compilazione del modello 730. Per quanto riguarda gli interventi di risparmio energetico, a dicembre 2012 è scaduto il bonus del 55%, mentre fino al 30 giugno è possibile detrarre il 50%.

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