Immigrazione: gli opposti estremismi.
Nel 1981, quando l’ex compagno Matteo Salvini aveva 8 anni, presentammo la proposta di legge n. 2990* mirata a riconoscere agli immigrati regolari tutti diritti e i doveri attribuiti agli emigranti italiani soprattutto in Europa.
In Italia siamo di fronte a un grave dilemma politico. Da un lato, l’ex compagno Salvini avrà tenuto a mente la citata proposta di legge e oggi, nella veste di leader della Lega nord (non più secessionista?), la usa a suo vantaggio elettorale, dopo averla depurata del suo carattere umanitario e solidaristico.
Dall’altro lato, gli “eredi” del Pci l’avranno dimenticata lasciandosi fagocitare da una lettura equivoca, distorta della crisi del mondo, da una visione destabilizzante del dramma delle migrazioni che non può essere affrontato nella logica degli interessi delle oligarchie finanziarie.
I sedicenti “eredi” del Pci ragionano sulla complessa materia (anche da posizioni di governo) come se l’Italia e l’Europa si trovassero nel migliore dei mondi possibili quando, invece, sono vittime di scandalose disuguaglianze e delle pretese oligarchiche del neoliberismo dominante.
Partono, all’avventura. Soprattutto quelli che sono in grado di pagare l’esoso passaggio ai trafficanti della “prima catena” (che si snoda dal luogo di residenza alle coste europee), di sobbarcarsi migliaia di km per deserti inospitali, mesi e mesi di permanenza in terribili campi di concentramento, traversate a bordo di natanti precari e rischiosi, ecc. E, finalmente, quando i più fortunati riescono ad approdare in Europa li attende una seconda, variegata catena di profittatori.
L’attuale flusso migratorio non è un’emergenza, ma un dato costante e destabilizzante Un’emergenza si apre e si chiude entro breve tempo. Quando supera l’arco dei decenni diventa qualcos’altro che abbiamo il diritto di capire e, se del caso, regolamentare per correggerne le storture.
Potrebbe promuovere una Conferenza intergovernativa sulle migrazioni per giungere ad accordi, bilaterali e multilaterali di regolamen-tazione dei flussi, di cooperazione, di aiuto ai Paesi più poveri, finanziando programmi per uno sviluppo auto-centrato e diversificato.
A tale fine, appare necessario riformulare gli strumenti d’intervento della cooperazione internazionale, introdurre nuove norme per riqualificare la spesa di settore e rimodulare e re-indirizzare il ruolo delle Ong le quali devono produrre, in loco, istruzione, formazione e, soprattutto, assistenza allo sviluppo economico, occupazione e cultura democratica, ecc..
Il dibattito resta aperto, senza dimenticare un diritto umano fondamentale che ho richiamato nel testo: “Se il mondo fosse più giusto e solidale, dovrebbe riconoscere, e attuare, come primo diritto umano quello di non- emigrare ossia non costringere gli uomini e le donne del Pianeta ad abbandonare la propria casa, la propria terra in cerca di un lavoro, di una vita migliore. Per chi lo desidera, dovrà sempre esserci un diritto a emigrare, di spostarsi liberamente, per scelta non per costrizione. Purtroppo così non è.”.
* già parlamentare del Pci, membro commissione Esteri della Camera dei Deputati, autore di “Immigrazione, la moderna schiavitù” (2018) https://www.lafeltrinelli.it/libri/…
Se l’immigrazione è necessaria a colmare il vuoto demografico lasciato dalle coppie italiane, la colpa è delle tasche vuote delle famiglie italiane che campano di stipendio inferiore alla media europea. Guadagniamo in euro ma poi paghiamo in lire, questo è il problema italiano!
“L’immigrazione e’ necessaria”…be’, certo, 4 milioni di disoccupati italiani non bastano.
Bisogna assolutamente integrare la cifra con gli africani.
Onorevole SPATARO ma lei ancora… “esercita”? Ogni volta ci tiene a stigmatizzare che è o è stato, aspetto da lei una risposta in tal senso, un ONOREVOLE DEL PCI, ma ormai lo sappiamo… è inutile che ce lo ricorda in ogni suo post!
Grazie