Il riscatto della laurea per uscire prima dal lavoro, ma a quale prezzo?

di Marco Palitti. Governo e sindacati stanno studiando le misure da attuare per cambiare l’attuale legge sulle pensioni, e tra le nuove norme, come riporta il Corriere della Sera, ci sarebbe l’introduzione del riscatto degli anni della laurea per conteggiare gli anni di lavoro, in modo da poter andare prima in pensione. Praticamente ad un laureato verrebbero conteggiati gli anni di studio nel calcolo complessivo degli
anni di lavoro. Fin qui un’ottima iniziativa che premierebbe chi ha studiato negli anni della gioventù. Ma a quale prezzo? E qui c’è l’inganno. Il calcolo del pagamento dei contributi dovrebbe essere calcolato in base all’anzianità e all’ammontare della busta paga al momento della richiesta. Il risultato è che un uomo di 40 anni, con un reddito lordo di 52000 euro, dovrebbe pagare ben 60000 euro per riscattare la laurea! In media 12000 euro l’anno. Un vero e proprio salasso. Già trovare un lavoro da 52000 euro lordi non è un’impresa molto semplice, e d’altra parte non si comprende come sarebbe calcolato questa enorme cifra che sicuramente in pochi possono permettersi. Praticamente sarebbe come accendere un piccolo mutuo per andare in pensione in anticipo. È una cifra decisamente assurda che andrebbe quantomeno dimezzata. D’altra parte, se un laureato ha un lavoro più modesto, da 25000 euro lordi o giù di lì, quale sarebbe il calcolo? Tutto questo significa che a un laureato converrebbe subito pagare il riscatto della laurea in modo da pagare di meno, in quanto si presume che una persona all’inizio della carriera guadagni di meno? Per tutti questi dettagli ovviamente bisognerà attendere, anche perché per questo mese il Parlamento sarà in ferie, quindi se ne parlerà a settembre. Sperando che il costo del riscatto sia quantomeno rivisto al ribasso.

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