di Savino Giacomo Guarino. Nel 2002 l’Italia aderiva all’Euro. Questa adesione di per sé poteva essere positiva, tutto dipendeva dal cambio ‘Lira – Euro’.
Il cambio ‘Lira – Euro’ adottato, 1936,27 X 1 Euro, era ed è un cambio decisamente pesante.
Chi aveva risparmi per 10Milioni di Lire, si ritrovò con 5.164 Euro.
La scarsa vigilanza sui prezzi (la mancata esposizione del doppio prezzo) aumentò il disagio: un prodotto che costava 2.500 Lire diventava 2,50 Euro, ovvero 4.840 Lire. Questo cambio, oltre a penalizzare il potere d’acquisto, penalizzava le esportazioni: non potendo più svalutare l’Euro, si passò a svalutare il lavoro.
Il lavoro doveva essere compresso per poter esportare, ecco pertanto:
1. Il depotenziamento dello Statuto dei lavoratori.
2. La precarietà presentata come flessibilità.
3. La nascita di una miriade di tipologie contrattuali.
4. L’attacco feroce al posto fisso.
Diminuire il costo del lavoro, divenne l’unica strada percorribile. Diminuire il costo del lavoro e mettere all’angolo il posto fisso, non hanno prodotto il rilancio dei consumi e dell’economia, semmai l’esatto contrario. I risultati si vedono e si toccano con mano.
La soluzione non è uscire dalla UE, bensì ridiscutere con la UE il cambio ‘Lira – Euro’. Sedersi ad un tavolo e discutere con toni pacati, è sempre un’ottima soluzione. Sicuramente un cambio ‘Lira – Euro’, meno penalizzante, gioverebbe a famiglie, imprese e pensionati.
Purtroppo le affermazioni confermano quanto riportato dal suo vice. Vogliono invadere l'intera Ucraina, non solo le province russofone. Le ipotesi…
Caro roberto b, ma di quale guerra stai parlando? Non mi sembra che tu stia scrivendo dal 'fronte'! E poi…
Gen.le elena ct alla mia chiara domanda " chi è che a in mano le sorti di questa povera Italia?"…
x roberto b. Le sorti di questa povera Italia sono in mano di tutti tranne degli italiani onesti e per…
x elena ct Se noi siamo padroni a casa nostra secondo te chi è che a in mano le sorti…