Il più pulito c’ha la rogna… De Vito (M5S) arrestato per corruzione.

di Redazione. Se solo ti azzardi a  dire dei politici che ‘sono tutti uguali’ ti becchi un bel ‘sei un qualunquista’.
Ma chi è che al giorno d’oggi fa niente per niente?
Sì, è vero che i nostri politici sono tra i più pagati al mondo, ma è anche vero che ‘zucchero non guasta bevanda’ e che ‘chi più ne ha più vuole averne’.
Insomma, a lorsignori, di destra, di sinistra e di centro, come a gran parte degli esseri umani che hanno le mani in pasta, non gli basta mai!
E sarebbe, peraltro, assurdo solo ipotizzare che al fornaio, che impasta pane dalla mattina alla sera, non gli rimanga nelle tasche neppure un pugno di farina!
Comunque, fatto è che il presidente della assemblea capitolina Marcello De Vito del M5S è stato arrestato dai carabinieri per corruzione nell’ambito della inchiesta della Procura sul nuovo stadio della Roma.

E adesso il M5s può dirsi “normalizzato” a tutti gli effetti.

L’indagine riguarda, oltre alle procedure connesse alla realizzazione del nuovo stadio della Roma, anche la costruzione di un albergo presso la ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere e la riqualificazione dell’area degli ex Mercati generali di Roma Ostiense.
L’indagine ha fatto luce su una serie di operazioni corruttive realizzate da imprenditori attraverso l’intermediazione di un avvocato ed un uomo d’affari, che fungono da raccordo con De Vito al fine di ottenere provvedimenti favorevoli alla realizzazione di importanti progetti immobiliari.

 

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5 Responses

  1. Pgraeco ha detto:

    I genitori di Matteo Renzi hanno commesso un reato penalmente rilevante? Lo sapremo dopo il terzo grado di giudizio. Il ministro Matteo Salvini ha commesso un reato penalmente rilevante? Boh, non lo sapremo mai grazie a un televoto! Fino ad oggi ogni sentenza pronunciata in un tribunale di questo Paese prevedeva un incipit piuttosto significativo: “In nome del popolo italiano …”. Adesso tale espressione potrebbe essere pronunciata, chessò io, perfino in uno studio televisivo e andrebbe leggermente modificata in: “Il popolo italiano …”. Dalla “democrazia diretta” siamo passati alla “giustizia diretta”, senza bisogno di pubblici ministeri, di giudici, di avvocati e persino di processi. Senza che si richieda un minimo di competenza.

    “Il popolo italiano”? No, anche così, riflettendoci bene, sarebbe un incipit sbagliato perché non ha deciso “il popolo” ma soltanto 30.948 iscritti ad una piattaforma informatica gestita da privati e inopinatamente intitolata a Jean-Jacques Rousseau.

    Partecipazione altissima o altissimo astensionismo, dato che gli aventi diritto sarebbero circa 100.000? Non importa, in fondo, perché i paradossi, in questa storia, sono altri.

    Il primo, lampante, è l’aver rinnegato un principio fondativo del movimento: i politici, nel caso, vanno sempre e comunque giudicati dalla magistratura, senza eccezioni di sorta, come normali cittadini.

    Ha deciso qualcun altro, invece: militanti ed attivisti politici – non lo sono, forse, gli iscritti del M5S? – tra i quali ben pochi, a mio parere, si sono preoccupati di leggere e capire le 50 e più pagine con cui si richiedeva l’autorizzazione per processare – processare, non condannare – un Ministro indagato per un reato gravissimo, il sequestro di persona. Si sono limitati ad un clic su un computer o su uno smartphone.

    Il paradosso ancora più eclatante si evidenzia, però, nella domanda: se il M5S non governasse insieme alla Lega, questa pseudo consultazione avrebbe determinato il medesimo risultato? Si può fare l’ipotesi, quanto mai verosimile, di un Salvini sommerso da una valanga bulgara di consensi all’autorizzazione a procedere.

    La conclusione è ovvia: la decisione non ha riguardato la “giustizia”, che tale dovrebbe sempre rimanere, ma la “politica”, quella solita, che sceglie sempre per sua opportunità.

    E, ancora, tralasciando pure lo strampalato modo con cui si è formulato il quesito, rimane il problema di fondo: chi ci assicura che l’esito sia stato onesto, chiaro, trasparente e incontestabile? Risposta: Davide Casaleggio e il suo staff di tecnici informatici che, considerati i numerosi “tilt” del marchiostato, saranno pure incorruttibili ma, forse, non proprio al top in quanto a bravura e sicurezza informatica.

    Golosa ciliegina sulla torta, il senatore 5S Giarrusso che appena dopo aver “assolto” Salvini in commissione, mima il gesto delle manette nei confronti dei colleghi del PD che lo contestavano.

    Abbiano almeno il pudore di cambiare nome a questa disgraziata piattaforma, abbandonando Rousseau, intitolandola a Prete Liprando e affidandosi direttamente ai carboni ardenti del giudizio di Dio!

  2. Roberta Lombardi ha detto:

    Gravissime le accuse che hanno portato all’arresto di Marcello #DeVito. Ripongo la massima fiducia nel lavoro della magistratura con l’auspicio che si faccia chiarezza al più presto su questa inquietante vicenda. L’onestà deve essere sempre la nostra stella polare.

  3. Luigi Di Maio ha detto:

    Marcello De Vito è fuori dal MoVimento 5 Stelle. Mi assumo io la responsabilità di questa decisione, come capo politico, e l’ho già comunicata ai probiviri.

  4. Riccardo Fraccaro ha detto:

    L’immediata espulsione di #DeVito è doverosa. Risponderà alla giustizia, ma è radiato dal M5S: è anzitutto di una questione politica ed etica. Il modo in cui reagiamo dimostra la correttezza del MoVimento. Grazie a Luigi Di Maio per la sua guida salda e per la sua determinazione.

  5. Paolo Becchi ha detto:

    Sinora di poteva dire tutto il male che si voleva del M5S, che sono incapaci, incompetenti, arroganti e via di seguito. D’altro canto però un fatto restava incontestabile: la loro diversità rispetto alle altre forze politiche. Certo ormai da tempo nelle diverse scatolette di tonno si muovevano a loro agio e i danni (giudiziari) erano piuttosto innocui. Oggi c’è stato però un salto di qualità che avrà la ripercussione di un terremoto: l’arresto di un personaggio di spicco per corruzione, Marcello De Vito. Tutto poteva succedere nel MoVimento, tutto, ma questo no.
    Perché la fortuna del MoVimento nasceva da qui, il grande consenso popolare era in fondo dettato dalla continua sbandierata dichiarazione di onestà. Al ritornello “sbaglieranno ma almeno non rubano”, “sono comunque diversi dagli altri” non crederà più nessuno. Da tempo il M5S è cambiato, e si potrà anche discutere sul cambiamento e sui cambiamenti in corso, ma con quello che è successo c’è stato qualcosa di diverso: è finito il mito del M5S, ha esalato l’ ultimo respiro il M5S fondato da Casaleggio e Grillo, quel MoVimento che con la sua innocenza e purezza aveva conquistato milioni di italiani

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