Il Pdl non è un partito normale? Ma perchè l’Italia è forse un Paese normale?

Piegati gli ombrelloni e riposte le sdraio, si torna in città alla vita di tutti giorni e ai soliti problemi: bollette, tasse, mutuo, affitto, libri e zaini per la scuola, stipendi e pensioni che non ce la fanno più a stare al passo col caro vita e il solito tormentone di sempre, Silvio Berlusconi.
Insomma, tranne quel filino di abbronzatura che ancora tiene, un’Imu in meno e una Service Tax in più, per il resto non è cambiato proprio niente.
C’eravamo lasciati con un Silvio Berlusconi fresco di condanna di terzo grado ed in cerca di un ‘salvacondotto’ che gli permettesse di continuare a fare la vita di sempre, come se nulla fosse mai accaduto, e ci ritroviamo oggi alle prese con lo stesso tormentone: riusciranno le nomenclature delle larghe intese a salvare il Cavaliere? Il governo, cadrà o durerà ancora e fino a quando?
Un partito normale, nel quale si viene messi alla porta per molto meno di ‘appena’ tre gradi di giudizio di condanna, riunirebbe i propri vertici per costringere il leader a farsi da parte, nominare un altro segretario e dare corso ad un nuovo iter politico. Nel Pdl, no! Ancora si tiene bloccato non solo il centrodestra italiano, ma un intero Paese alle vicende giudiziarie di un ottuagenario condannato che neppure un miracolo potrebbe tirare fuori dalla palude di processi che ancora lo attendono, dalle cene eleganti alla compravendita dei parlamentari. E non solo. Da quel fatidico 1994 – anno che segnò la discesa in campo di Silvio Berlusconi, allorchè venne consumato il più grande conflitto d’interessi della storia politica e democratica internazionale – ad oggi, il “presidente-imprenditore” ha dimezzato i consensi elettorali del suo partito. In una formazione politica normale, un’emorragia di voti di tale portata sarebbe stata più che sufficiente per indurre il suo leader a passare la mano, salvando il centrodestra dal rischio estinzione. Nel Pdl, no! Perchè il Popolo delle Libertà non è un partito “normale”, ma un partito padronale dove non c’è un leader, ma un proprietario che ci mette i soldi, e dove non ci sono dei dirigenti di partito, ma dei dipendenti.
Ma anche l’Italia non è un Paese normale. Non è normale, perché gli italiani ancora si ostinano a votare certi personaggi. Di destra, di sinistra o di centro, che un tempo essi fossero, oggi non fa più alcuna distinzione, dopo la nascita del Partito Unico “Pd+Pdl”. Non è normale, perché c’è quella che anacronisticamente poteva chiamarsi l’opposizione, eternamente divisa al suo interno e sempre in guerra con se stessa, che inciucia da vent’anni con colui che, almeno apparentemente, aveva indicato come il nemico da battere, per poi andarci insieme al governo per ben due volte, ‘governo tecnico’, ieri, e ‘larghe intese’, oggi. Non è normale, perché gli italiani chiedono a piena voce il cambiamento e facce nuove in parlamento, e poi quando c’è un nuovo movimento che si propone come tale lo ritengono troppo giovane e acerbo per votarlo a suffragio universale e mandarlo al governo del Paese.
Ma oggi come oggi, ogni misura è colma. Gli italiani non ne possono più. Altro che processi e sentenze, altro che consulte e giunte parlamentari, ribaltoni e inciuci, tecnici, professori, saggi, larghe intese e altri papocchi. Il popolo è sovrano? E allora che si vada immediatamente al voto e sarà il popolo stesso a decidere chi mandare al governo e chi a casa. Da questa politica non ci si aspetta più nulla di buono. L’unico provvedimento che dovrebbe partorire questo parlamento è uno solo: l’introduzione del voto di preferenza. E poi al voto e chi raccoglie più consensi, ha la maggioranza assoluta sia alla Camera che al Senato, e va al governo del Paese! Basta chiacchiere e che governi il migliore. Pardon, chi prende un voto in più degli altri!

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *