Il Papa implora Dio: “Non lasciarci in balia della tempesta”.

di Redazione. Il Papa, ieri sera sul sagrato della Basilica di San Pietro, sotto la pioggia battente, davanti a una piazza deserta, ha rivolto la benedizione ‘Urbi et Orbi’ con l’indulgenza plenaria pregando per la fine della pandemia insieme a milioni di fedeli davanti alla tv e costretti a restare in casa dal coronavirus.

Il Papa ha lanciato il proprio grido di dolore: “Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: ‘Svegliati Signore!’, non lasciarci in balia della tempesta. Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su di voi, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori. Ci chiedi di non avere paura. Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta”.

Papa Francesco ha chiesto a Dio di guardare alla “dolorosa condizione” in cui versa l’umanità a causa della pandemia. “Ti imploriamo: ‘Svegliati Signore!’“, ha detto richiamando il passo del Vangelo in cui discepoli sono atterriti dalla tempesta e Gesù dorme. Chiede anche a tutti di cambiare “rotta” tornando a Dio e ai valori veri, primo tra tutti quello della solidarietà, perché pensavamo “di rimanere sempre sani in un mondo malato”, afflitto da guerre e “ingiustizie planetarie”.

Il Papa parla nel silenzio più assoluto e in sottofondo si sente solo la pioggia, i gabbiani, qualche ambulanza che passa: “Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante” e “ci siamo ritrovati impauriti e smarriti”, “presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa”.  “Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti“.

 

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