Il mondo sta bruciando!

Temperature elevatissime, avidità e incuria umana, stanno mandano letteralmente in fumo il pianeta terra. Se andiamo avanti di questo passo tra qualche decennio ci ridurremo ad un mucchio di cenere! Dalla Grecia alla Turchia. dall’Italia alla California, dall’Australia alla Siberia, l’Amazzonia e l’Africa, il mondo sta bruciando: lo si può vedere chiaramente dall’immagine della Fire Information for Resource Management System della Nasa.

Nella mappa le aree in rosso corrispondono a quelle colpite dagli incendi (fonte: NASA/Fire Information for Resource Management System) © ANSA

Nel 2019, le concentrazioni atmosferiche di Co2 erano le più alte degli ultimi 2 milioni di anni e quelle dei principali gas serra (metano e biossido di azoto) le più elevate degli ultimi 800.000 anni; negli ultimi 50 anni la temperatura della Terra è cresciuta a una velocità che non ha uguali negli ultimi 2.000 anni; l’aumento medio del livello del mare è salito a una velocità mai vista negli ultimi 3000 anni. Se continua così, la temperatura del pianeta aumenterà fino alla metà del secolo.

Senza profondi ed immediati tagli alle emissioni dei gas serra dovuti all’eccesivo utilizzo di carbone e di combustibili fossili, il nostro pianeta non durerà a lungo!

Incendi: tutto ciò che dobbiamo sapere - elicriso.itNella mappa i punti rossi, rilevati con lo strumento Modis a bordo del satellite Terra della Nasa, indicano i luoghi in cui ci sono alte temperature e sono in corso incendi. Si può così vedere che ad essere colpiti sono gran parte del Nord e del Sud America, e la zona centro-meridionale dell’Africa, in particolare Zambia, Angola, Malawi e Madagascar. Nella Repubblica democratica del Congo lo strato di fumo è così spesso che molte aree sono completamente oscurate. Ad ardere ci sono anche la penisola arabica, la costa mediterranea, l’Europa nord-orientale, mentre in Asia a bruciare sono le coste dell’India, la Siberia, nonchè Cina, Malesia e Indonesia.Incendi, anche l'Africa brucia, ma la realtà è ben diversa dall'AmazzoniaPer quel che riguarda l’Africa, anche se non è possibile determinare dal satellite come sia partito l’incendio, scrive la Nasa, la diffusione, la posizione e il momento dell’anno suggeriscono che i roghi siano dolosi e siano stati appiccati per scopi agricoli. Africa in fiamme da metà luglio ma nessuno ne parlaI coltivatori in queste aree usano il fuoco da migliaia di anni per pulire i campi dalle vecchie colture e prepararli per le nuove, bruciare le sterpaglie, rinnovare i pascoli o la savana. Anche se il fuoco è un modo efficiente ed economico per gestire la terra, soprattutto nella savana africana dove l’ecosistema dipende dagli incendi periodici per la sua salute, i roghi sono fonti di pericolo, come fumo, rilascio di gas serra e distruzione degli ecosistemi. In Africa centrale, conclude la Nasa, la stagione degli incendi di solito inizia a maggio e raggiunge il suo picco in agosto.

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