Il migrante te lo tieni come vicino di casa e taci, razzista d’un fascista!

di Grazia Nonis. Un poliziotto si schiera dalla parte dei residenti: “Mi vergogno per quello che i miei colleghi hanno fatto a Casale San Nicola”.  Oddio che stanno facendo, sono impazziti! Questo ho pensato nel vedere i poliziotti caricare donne, uomini, anziani armati solo di un ventaglio per proteggersi dall’afa. Ho riavvolto il nastro della mia memoria, e
il cervello mi ha riproposto le immagini dello scempio del 1°maggio a Milano. Forze dell’ordine che non reagivano, che le buscavano, che osservavano i black bloc ribaltare macchine e cassonetti per dargli fuoco. In quell’occasione “il potere” aveva ordinato “il contenimento dei danni”, il fatevi riempire di botte e lasciate che si sfoghino, non intervenite. Ieri ho letto la dichiarazione di un poliziotto e la mia rabbia si è placata. Non è verificabile, anonimo, ma mi piace credere che la maggior parte di loro la pensi in questo modo. “Come è possibile, – si chiede il poliziotto – esserci ridotti a manganellare le nostre madri e i nostri padri, per eseguire gli ordini di ladri e mafiosi che stanno al governo? Ci siamo schierati contro la nostra gente per fare posto ad un centinaio di clandestini, che poi sono gli stessi che ogni giorno troviamo a spacciare per le strade di Roma!”. E poi arriva un appello che ha del clamoroso: “Io mi rivolgo ai miei colleghi: rifiutatevi! Non obbedite agli ordini di un prefetto come Gabrielli, che ha l’unico scopo di fare carriera politica nel Pd. E voglio dire ai cittadini che la maggioranza dei poliziotti sono con loro. Ma la questura, – continua il poliziotto – quando c’è una situazione simile, seleziona gli agenti, manda a manganellare chi non vuole i profughi i ‘poliziotti adatti’, quella minoranza che per quattro soldi è pronta a tutto. Sanno che se mandassero poliziotti scelti a caso, disobbedirebbero agli ordini. Da poliziotto – conclude l’agente – chiedo scusa ai residenti di San Nicola, come cittadino sono con voi!”. Il prefetto Gabrielli e gli altri piccoli dittatori di questo indegno paese credono che insultandoci, etichettandoci come razzisti senza cuore riescano a farci capitolare e metterci a tacere. Piglio da duri, muscoli e arroganza, questa è la cura per gli italiani che dicono “Basta!”. Basta all’invasione selvaggia del nostro paese. I nostri “padroni” pensano di poter risolvere il problema dell’immigrazione facendo i traghettatori, su e giù dalla battigia libica a quella italiana, foraggiando le coop e occupando alberghi e case sfitte. Luoghi mai disponibili per chi ha costruito l’Italia ed ora è costretto a vivere in luoghi di fortuna: roulotte e container per i terremotati, i sedili dell’auto per chi ha perso il lavoro, la pensione del nonno per non morire di fame. Ma sì, fate posto ai profughi e se non c’è n’è lasciate che vaghino, sotto e sopra i ponti, in stazione, al parco giochi. Che si lavino pure nelle nostre fontane, piscino e caghino per strada. E se agli ospiti non piace la location perché lontano dal centro o priva dei più moderni comfort, è giusto scelgano dove essere alloggiati. E poi, che sarà mai qualche televisore lanciato dalla finestra e qualche testa rotta per farci capire i loro gusti. Nemmeno lo stupore ci è concesso, quando apprendiamo che la nave che avrebbe dovuto portare dei migranti in Sardegna è stata “dirottata” in Calabria perché i “profughi” preferivano così. Insomma, è d’obbligo ospitare tutti e chissenefrega se son scappati dalla galera, hanno ucciso, violentato, rubato. L’italiano non deve sapere, mai chiedere, sempre accettare senza fare domande. “Da dove, chi, malattie, religione” è da razzisti. Per farla breve, gli “ospiti” non si controllano perché non c’è tempo, te li tieni come vicino di casa e taci, razzista d’un fascista d’un italiano! E guai a chiedere come mai arrivano in prevalenza uomini. Non si fa. Ma le risposte possono essere solo due: vigliacchi che scappano dalla guerra lasciando mogli, sorelle, madri e figlie oppure bugiardi in rotta verso il paese di Bengodi a pigliar pel culo i nostri ottusi governanti. Nel frattempo, come in un gioco di magia e sottostando a regole che andavano riviste – ma va là! – le frontiere sono magicamente riapparse, solo per noi, gli idioti italiani che hanno l’ordine di assistere impassibili al respingimento dei profughi da parte dei “parenti serpenti” francesi e dai ballerini di walzer viennese. Ma che brava e vigliacca la banda di Renzi. Noi meritiamo il pugno di ferro, le manganellate e loro calano le ruffiane mutande mostrando organi impotenti ai padroni dell’Unione. Ci hanno venduto all’Europa insieme alle nostre vongole fuori misura, al nostro formaggio che non deve sapere di latte, alle nostre invendibili carote biforcute e alle nostre pensioni che prenderemo dopo morti. Si srotolano come tanti zerbini davanti alla Merkel mentre biascicano un Jawohl! Dobbiamo tenerci i profughi, i clandestini, i migranti? Non è un problema. Volete che li andiamo a prendere in Libia? Non è un problema. Gli altri paesi non li vogliono? Li teniamo noi, non è un problema. Gli italiani si stanno ribellando? Non è un problema, li pieghiamo facendogli assaggiare il bastone.

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