Il livellamento della società moderna sulla soglia della povertà.

di Redazione. In una società normale, non ci dovrebbe essere soltanto un “lavoro per tutti”, ma anche una “giusta retribuzione” commisurata al merito, al servizio reso e al reale costo della vita.
Invece, oggi abbiamo solo stipendi da fame, che se ne vanno via in tasse e servizi. E la cura proposta, da più parti, è quella che vuole portare “chi sta peggio” non allo stesso livello di “chi sta bene”, ma di “chi sta un po’ meno peggio”! Insomma, con l’assistenzialismo di Stato, si vuole appiattire tutti i cittadini – lavoratori, disoccupati, pensionati e migranti – sulla stessa base, una base sempre più “bassa”, sempre più prossima alla soglia di povertà!
Reddito di cittadinanza, Reddito d’inclusione e Pensioni sociali da elevare a mille euro al mese, non sono la strada giusta da seguire per il raggiungimento della dignità e del rispetto dell’essere umano, se prima non crescono salari e pensioni di chi lavora e ha lavorato onestamente per tutta la vita!
Ma purtroppo, il “Sistema Italia” è andato in tilt, e non funziona più, perchè è funzionale solo a se stesso e agli interessi delle “caste”. Si continuano a sfornare leggi che favoriscono i più forti a danno dei più deboli.
Quando, invece, per ripartire, per rimettere in moto l’economia, occorrerebbe mettere benzina nel motore.
Quando il carburante scarseggia, bisogna andarlo a prendere da chi ne ha troppo!
Aumentare salari e pensioni. Una più equa, giusta e sacrosanta redistribuzione della ricchezza. Far pagare le tasse a tutti. Questa è la cura. Tutto il resto è fuffa!

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