Il lavoro torni ad essere un diritto e non un privilegio.

di Lorenza Morello. Il 1 maggio è un’occasione per riflettere sul mondo del lavoro. La disoccupazione è schizzata al 12%, quella giovanile (15-24 anni) supera il 40%, l’Italia conta 3 milioni di disoccupati e circa 10 milioni di poveri, il tasso di occupazione nel nostro Paese è tra i più bassi dell’Ue. Notevoli sono gli abbassamenti salariali, netto il divario tra contratti a tempo e a tempo indeterminato, con le donne tra le più colpite e, di conseguenza, le malcelate disparità sociali. A ciò si aggiunga la questione sicurezza:
non si ha certezza del numero degli infortuni e dei morti sul lavoro, e si muore mentre si cerca di sbarcare il lunario e garantire un futuro ai propri figli. In notevole aumento sono inoltre le tecnopatie (malattie causate da professioni rischiose e usuranti) per non parlare del lavoro nero, delle zone franche dove tutto è concesso. Insomma in un paese che ha posto il lavoro quale elemento fondante del primo articolo della propria carta costituzionale, il lavoro stesso dovrebbe tornare ad essere un diritto e non, come purtroppo spesso accade, un privilegio.

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