Il Lavoro mortificato: tra battute infelici e molestie sessuali.

Anche se il ministro del welfare, tra un pianto, una gaffe e una risata, non perde mai occasione per ‘bacchettare’ i giovani –  “quando cercano lavoro, i figli viziatelli trovano solo pezzi e bocconi” – l’Italia, malgrado “loro”, è ancora una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Il lavoro, per quei fortunati che ne hanno uno, è fonte di sostentamento per se stessi e per le proprie famiglie. Il lavoro è motivo di realizzazione personale. Il lavoro è indipendenza e libertà. Il lavoro è socializzazione, è vivere insieme agli altri il quotidiano per il raggiungimento di obiettivi comuni. Nel lavoro un individuo entra in relazione con gli altri, si misura con i capi e con i colleghi per capire quanto vale, quanto può dare e ricevere! Ed è proprio nel rapporto con colleghi e capiufficio che possono sorgere delle ‘incomprensioni’. Soprattutto per le donne italiane il luogo di lavoro, ma il fenomeno sta toccando anche la sfera maschile seppur con numeri di gran lunga più modesti, ha rappresentato o rappresenta un rischio rispetto alla possibilità di subire reati sessuali. Lo ha sottolineato il Dipartimento per le statistiche sociali e ambientali dell’Istat: secondo le ultime rilevazioni sono ben 847mila le italiane che hanno subito ricatti sessuali sul posto di lavoro. In particolare, a 488mila di loro è stata richiesta la disponibilità a rapporti sessuali: a 247mila è stato chiesto in modo esplicito al momento dell’assunzione, mentre a 234mila donne lo è stato chiesto per mantenere il posto di lavoro o fare carriera. A rischio molestie sul luogo di lavoro risultano un milione 224mila donne in età compresa tra i 14 e i 65 anni. Secondo i dati Istat le molestie riguardano tutte le donne, ma in particolare colpiscono quelle tra i 35 e i 54 anni, soprattutto quelle che vivono da sole e le diplomate e le laureate. Tra i settori più a rischio di avance sessuali alle le donne lavoratrici quello dei trasporti, delle comunicazioni e della pubblica amministrazione; le residenti nei centri medio-piccoli sono inoltre più a rischio delle altre.

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *