Il grande bluff degli 80 denari.

di Angelo D’Amore. Riconosco di aver sbagliato la previsione. Non pensavo Renzi riuscisse a vincere con tale distacco. Sottolineo Renzi e non il PD, in quanto ritengo che, nonostante lo stesso Matteo si sia battuto contro la personalizzazione dei partiti in politica, l’affermazione alle europee sia opera sua e non del partito. Il resto lo hanno fatto i media di apparato, diffondendo ottimismo e speranza a iosa, come se per incanto, anche il nuovo Premier, potesse camminare sulle acque.Questo riguardo il mea culpa. Circa gli elettori, che dire? Ancora una volta, gli italiani non hanno avuto il coraggio di osare, di voltar pagina. Ancora una volta hanno creduto alle promesse dell’imbonitore di turno, ai giochi di prestigio di Palazzo. Con 80 “denari” Renzi ha comprato la fiducia degli italiani. Non si sa se ci saranno le coperture per il prossimo anno, in molti non sanno che questo regalo di campagna elettorale non arriverà in formula piena, perchè decurtato da altre tasse che nel frattempo sono aumentate. Poco importa. L’importante che si sia creato ad arte questo clima di fiducia virtuale, di forzata e plastica comunione di intenti, contro lo spettro di possibili scenari catastrofici, nell’ipotesi prevalessero logiche e programmi anti-europeisti. Addirittura Renzi viene visto come il salvatore delle sinistre progressiste europee, dopo la vittoria dei partiti conservatori di destra. Adesso vedrete, non si parlerà più di crisi, di fabbriche che chiudono, di Pil decrescente, di disoccupazione ai massimi storici. Anzi, si elogerà il Governo per la sua azione, il suo lavoro. Tecnicamente Renzi, si darà anche da fare, ma per riforme che io ritengo secondarie al momento, come quella del Senato, delle Province e del sistema elettorale, riforme richieste a gran voce da tutti, ci mancherebbe, ma che adesso data la drammaticità del momento economico, passerebbero in secondo piano. Come un bravo scolaretto, lui si darà da fare, sotto lo sguardo attento del suo “nonno istituzionale”, il Presidente Napolitano, quel “Re Giorgio”, artefice della sua ascesa alla guida del Governo. D’altra parte, anche il M5S deve fare un mea culpa. Grillo deve prendere atto di aver sbagliato nella comunicazione e di dover scegliere per tale delicato settore, persone all’interno del movimento più adatte. Una cosa è parlare nelle piazze, l’altra è farlo in televisione. Il movimento è una realtà, il loro lavoro è sotto gli occhi di tutti. Sarebbe un peccato buttare al vento ciò che di buono è stato prodotto. Serve un cambio di strategia. Anche perchè, a breve, la luna di miele di Renzi con gli italiani finirà. L’Europa si farà sentire circa i nostri endemici ritardi e anche la sapiente regia dei media, non potrà celare l’ennesimo grande bluff italiano, che questa volta porta il nome di Matteo Renzi.

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