Il Governo degli altri è sempre un ‘inciucio’!

di Redazione. Il solito copione. Il solito gioco di Palazzo con l’attuale opposizione – fino a ieri forza di governo – che grida all’inciucio accusando il futuribile governo M5s-Pd delle medesime nefandezze che i dem riversavano su Lega e 5stelle quando poco più di un anno fa sottoscrivevano insieme il contratto per il governo del cambiamento.

Secondo Lega, Fratelli d’Italia e quel che resta di Forza Italia – ovvero gli esclusi dal ‘poltronificio’ – sarebbe meglio andare subito ad elezioni anticipate per far decidere ai cittadini chi deve governare il paese.

Senonchè, subito dopo il voto del 4 marzo 2018, quando non si riusciva a formare uno straccio di governo, ovvero quando anche allora si riteneva che la cosa più giusta fosse quella di ridare la parola agli elettori, Di Maio e Salvini, dopo ottanta giorni di estenuanti trattative, convolarono a liete nozze sedendosi a Palazzo Chigi da vice premier del governo giallo-verde.

Ebbene, anche allora chi restò fuori dai ‘palazzi romani’ gridò all’incniucio.

E oggi come ieri, la storia si ripete. Ma dove sta lo scandalo, l’inciucio, il golpe? La nostra, fino a prova contraria, è una democrazia parlamentare. Gli italiani quando sono statiti chiamati a votare lo hanno fatto eleggendo i loro parlamentari per una intera legislatura e la legislatura dura cinque anni. Quindi se il parlamento, legittimamente eletto, riesce ad esprimere una maggioranza di governo, bene, altrimenti si torna alle urne. Vabbè che siamo il paese di Pulcinella, ma non è che l’Italia può riaprire le urne a seconda degli umori degli italiani, dei social, dei sondaggi o magari a ridosso di altre elezioni come quelle amministrative od europee, per esprimere il governo del giorno!

Quindi niente di cui scandalizzarsi se oggi, domani o al massimo dopodomani avremmo l’ennesimo governo nato nelle segrete stanze dei partiti. Semmai lo scandalo è dato da chi prima dice una cosa e poi fa l’esatto contrario, da chi sputa nel piatto in cui mangia e poi ci si abbuffa dentro, da chi dice peste e corna del suo avversario politico gridando coram populo “mai con loro!” e poi ci va a braccetto a Palazzo Chigi!

Insomma, fa più scandalo chi passa con fin troppa disinvoltura da un partner all’altro pur di mantenere la cadrega, allorquando sia dell’uno che dell’altro ha sempre detto – streaming alla mano – “con loro mai!”.

Ma evidentemente la cadrega vale più della dignità e della parola data.

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