Il ‘Giorno del Ringraziamento’.

di Redazione. Oggi in USA è il Thanksgiving Day” – tradotto il “Giorno del Ringraziamento” – festa per eccellenza a “stelle e strisce” che apre la stagione del Natale.

Insomma, oggi le tavole di Stati Uniti e Canada saranno imbandite con l’immancabile tacchino arrosto!

L’ultimo giovedì di novembre (in Canada il secondo lunedì di ottobre), con tacchino ripieno in tavola, si ricorda la celebrazione dei Padri Pellegrini a Plymouth nel 1621 per ringraziare il Signore del primo raccolto e si ringraziano i propri affetti della vicinanza durante l’anno trascorso. Un giorno celebrato anche in momenti difficili – Abramo Lincoln lo proclamò festa nazionale in piena guerra di secessione nel 1863 – e da vivere con i propri cari, rigorosamente a casa e non al ristorante.

Tanto più nel 2020, l’anno del Coronavirus, dove protagonista sarà il tacchino ma non le grandi tavolate: secondo infatti una survey Numerator pubblicata anche dal New York Times, il 68% degli americani festeggerà in maniera diversa, anche per via delle nuove linee guida dei Centers for Disease Control and Prevention che raccomandano di limitare le celebrazioni del Ringraziamento solo alle persone che vivono nella stessa casa. Anche i sondaggi di Butterball e Hormel Foods – che insieme rappresentano la maggioranza degli oltre 40 milioni di tacchini interi venduti per il Ringraziamento – prevedono festeggiamenti più parcellizzati: un americano su tre programma cene all’aperto ed esclusivamente con i familiari più stretti.

Al centro delle celebrazioni però non mancherà la preparazione iconica del Turkey declinata secondo la “ricetta segreta” di famiglia, da abbinare alla salsa ai mirtilli – un must – e poi a patate dolci, salsa gravy e torta di zucca. Fox News ha addirittura stilato una serie di consigli e considerazioni per coloro che ospitano, come mangiare fuori se il clima lo permette, limitare il numero di commensali, optare per un impiattamento del cibo diverso (non più da condividere).

E in Italia dopo Hallowen, come si festeggia il Thanksgiving? Anche se nel Belpaese non c’è una vera e propria tradizione del Thanksgiving, in molti coglieranno l’occasione per stare con i propri affetti e provare una ricetta di derivazione tutta stelle e strisce. Quella per il tacchino è infatti una passione anche italiana: è la seconda carne più consumata dopo il pollo, con un consumo pro-capite di 4,22 kg a testa, in crescita prevista dell’1,9% secondo le stime 2020 di Unaitalia, l’associazione che rappresenta oltre il 90% della produzione avicola nazionale.

Ma come mai proprio questo gallinaceo e non un altro tipo di cibo?

Molti storici ritengono che l’odierno Giorno del Ringraziamento affondi le radici in un pasto tenutosi nel tardo 1621 e che riunì attorno alla medesima tavola i pellegrini della colonia di Plymouth, nell’attuale Massachusetts, e i nativi americani della tribù Wampanoag. Esistono documenti che attestano l’evento, che negli States è noto come “First Thanksgiving”: vi si legge che gli indiani portarono carne di cervo, mentre i pellegrini servirono uccelli selvatici. Non c’è prova, dunque, che si trattasse di tacchini, perché avrebbero potuto essere delle anatre o delle oche, per esempio. È però vero che il tacchino era originario di quella zona degli States e che se ne trovavano in abbondanza, dunque l’ipotesi che l’odierna tradizione sia nata nel 1621 ha un suo fondamento. Mancano certezze, ma è un’ipotesi ragionevole.

Non fosse per un dettaglio fondamentale: il primo Thanksgiving può essere considerato determinante, nella creazione di una tradizione, se i contemporanei lo ritennero significativo. Non necessariamente subito, ma almeno negli anni seguenti, così da farne una sorta di pietra miliare in base alla quale modellare analoghi festeggiamenti. Invece no. Molte comunità di pellegrini avevano il proprio Giorno del Ringraziamento, figlio della tradizione cristiana, ma ognuna lo celebrava a modo proprio, senza particolare riferimento ai fatti di Plymouth.

Salto in avanti nel tempo e all’inizio del XIX secolo il tacchino è ormai la pietanza centrale del Thanksgiving: nessuno lo mette in dubbio. Come l’usanza si sia affermata è questione avvolta nel mistero, però è facile notare alcune cose. Intanto, di questi animali ce n’erano in abbondanza, dunque era facile che ogni fattoria o insediamento ne avesse sempre qualcuno da immolare alla causa: e a differenza di altri animali, per esempio mucche e galline, erano più facilmente sacrificabili perché non producevano latte e uova, cioè erano meno essenziali da vivi al sostentamento di una famiglia o di una comunità.

L’ultimo tassello è letterario: alcuni studiosi ritengono che la definitiva connessione tra Giorno del Ringraziamento e tacchino si sia saldata grazie al romanzo di Sarah Josepha Hale ‘Northwood’ (1827) e al romanzo breve di Charles Dickens ‘Il Canto di Natale’ (1843). Grazie a loro l’animale e la celebrazione, inseriti nelle pagine dei rispettivi libri, sarebbero diventati sinonimi l’uno dell’altra.

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