Il diavolo veste Merkel e l’Italia resta nuda!

Ma si può restare ancora in Europa e nella moneta unica a queste condizioni? Siamo tartassati dal fisco, abbiamo il debito pubblico che continua a crescere di centinaia di migliaia di euro anche in questo preciso istante nel quale ne stiamo a discutere, il lavoro è una chimera irraggiungibile per i più giovani e chi un posto ce l’ha si deve accontentare di stipendi da fame e di condizioni occupazionali ai limiti del minimo sindacale, le pensioni sono bloccate, ospedali e scuole cadono a pezzi, l’economia è ferma, non si vende e non si compra, le aziende chiudono o delocalizzano, lo Stato fa acqua da tutte le parti. Non si vede mai la luce in questo Paese! Più si corre e più l’uscita dal tunnel della crisi, dell’austerità, dei sacrifici e delle privazioni, si allontana! E allora è questa l’Europa che vogliamo? E’ questo il Paese nel quale desideriamo far crescere i nostri figli? Se questo è il prezzo da pagare forse sarebbe meglio chiamarsi fuori dall’euro e tornare alla vecchia Lira! “Il diavolo veste Merkel“, titola nel suo blog Beppe Grillo, parafrasando il titolo di un un film di David Frankel con Meryl Streep, e raccogliendo queste considerazioni che ormai sono quasi certezze nell’opinione pubblica: “Oggi come allora (1992 con la svalutazione della lira, ndr) sarà il mercato ad imporci una decisione: allora si trattò di abbandonare lo SME e svalutare, oggi si tratterà di decidere se ristrutturare il debito restando nell’euro o tornare alla lira. Solo così l’Italia tornerà a vedere la luce”. Secondo il leader del M5S, “il credito della Germania verso l’Europa è il lato oscuro della medaglia del debito di Italia e Spagna. Una prova? Usciti dallo SME nel 1992, svalutata la lira di quasi il 20% e riguadagnata la sovranità monetaria, il rapporto debito / PIL scese dal 120% del 1992 al 103% del 2003. Nel primo trimestre del 2013 abbiamo raggiunto il 130,3% nel rapporto debito/PIL, secondi solo alla Grecia – si legge – La Storia è piena di entrate e uscite di Paesi da aree monetarie comuni. Queste sono normalmente imposte da Paesi forti (USA con Bretton Woods, Germania con l’Euro) con fini di annessione economica via export verso le zone più deboli e/o al fine di tutelare i propri crediti in tale area monetaria. Il sistema a cambi fissi di Bretton Woods ad esempio servì agli Stati Uniti per tutelare la propria posizione creditoria verso l’Europa dovuta al Piano Marshall dopo la Seconda guerra mondiale. La politica italiana – conclude il post – ha venduto l’anima al diavolo teutonico in cambio della propria sopravvivenza a spese della collettività su cui ha riversato austerità e deflazione – si legge ancora – Se non sarà l’Italia a reagire lo farà per lei il mercato con il suo linguaggio universale, ci sarà un prossimo rialzo degli interessi richiesti fino a rendere insostenibile il nostro debito”.
Insomma, noi da soli non siamo buoni a nulla e se qualcosa sarà, se qualcosa cambierà non sarà certo per merito degli italiani – avviliti, rassegnati, depressi, asserviti, sottomessi ad una classe dirigente incapace di decidere – ma per qualche altro fattore esterno. Tutto sta a vedere, cosa sarà e chi sarà!

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