Il ddl della discordia.

Alleanze e maggioranze in politica vanno e vengono, e come fanno le bandiere sventolano dalla parte dove il vento soffia più opportuno e conveniente. Si palesa all’orizzonte dello scenario politico una nuova maggioranza possibile in parlamento per votare una riforma del Senato diversa da quella sostenuta dal duo Renzi-Berlusconi.
Il MoVimento5Stelle, parola del presidente dei senatori pentastellati Maurizio Santangelo, potrebbe votare “Sì” al testo presentato da Vannino Chiti e da un’altra ventina di senatori Pd già definiti ‘dissidenti’: “Il ddl Chiti presentato al Senato – dichiara Santangelo – è praticamente la fotocopia del nostro, ad eccezione di una questione che riguarda il taglio delle indennità. Ma su tutto il resto, anche per quanto riguarda l’eleggibilità, se ne può ragionare. Non possiamo non essere d’accordo visto che ricalca la nostra proposta”
Poi arriva la frenata dei 5stelle: “Dimezzare i parlamentari di Camera e Senato e loro indennità, Parlamento pulito, limite di due mandati e democrazia partecipativa. Il ddl a firma del senatore Pd Vannino Chiti ricalca diverse proposte, ma non tutte, avanzate nel tempo dal M5S”. Così Giuseppe Brescia e Vincenzo Maurizio Santangelo, capigruppo M5S di Camera e Senato. “Resta inteso – aggiungono Brescia e Santangelo – che si discuterà in rete con tutti gli iscritti”. 
Il punto chiave del testo Chiti, rispetto alla riforma del Senato targata Renzi-Berlusconi e che non prevede l’elezione dei membri della nuova camera alta, consiste in 106 senatori da eleggere in collegi regionali. “Abbiamo votato con M5S la decadenza di Berlusconi, perche’ non dovremmo provare a votare insieme le riforme istituzionali?”, twitta il senatore Pd Corradino Mineo dopo che M5S al Senato ha espresso l’orientamento a votare il ddl ‘salva Senato’ di Chiti sostenuto dalla fronda interna al Pd anti Renzi. La segreteria del Pd ha invitato la “fronda” del partito a ritirare il ddl Chiti. Ma loro non ci stanno. “Noi il nostro ddl costituzionale non lo ritiriamo. Resta lì sul tavolo. Ma non vogliamo spaccare il partito. Stiamo solo cercando di dare il nostro contributo”. 
Quindi esiste una maggioranza alternativa a quella con Silvio Berlusconi e Renzi può scegliere se proseguire l’inciucio con l’ex Cavaliere, l’ex Senatore e tra qualche giorno l’ex uomo libero Silvio Berlusconi, oppure imboccare la via che porta a… riveder le 5stelle!

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