Il crollo del Pd, l’estinzione della Sinistra radicale e l’ascesa della destra Nazionale.

di Gerardo Lisco. Il giornalismo mainstream, grazie ai sondaggi, scopre una delle tendenze in atto nella politica italiana già da tempo e cioè che il partito guidato dalla Meloni, Fratelli d’Italia, nato dalla tradizione politica rappresentata dal MSI – DN e successivamente dalla fine di Alleanza Nazionale, ha superato il PD e non è da escludere che possa diventare addirittura il primo partito. Anche nel caso in cui non diventasse il primo partito, ad una incollatura dalla Lega, Fratelli d’Italia avrebbe un peso tale da poter condizionare le scelte dei governi post Draghi/Mattarella.

Che fosse questa la tendenza appariva chiaro già questa estate quando il settimanale “Chi” dedicò la copertina alla Meloni. Un giornale popolare, privo di pretese intellettuali, che si espone in questo modo vuol dire che aveva fiutato l’aria. La spinta decisiva all’ascesa, almeno nei sondaggi, l’ha data a Fratelli d’Italia la nascita del Governo Draghi. Governo pro establishment, funzionale agli interessi del sistema produttivo tosco – padano con l’Emilia Romagna che fa da trait d’union tra le due aree geografiche.

Governo espressione della destra Liberale, globalista, europeista che si barcamena tra Germania e USA sperando di sopravvivere alle tempeste dovute alla globalizzazione. Per Draghi l’interesse nazionale coincide con il blocco di interessi centro – settentrionale. L’asse sul quale poggia il Governo Draghi, in aggiunta al partito di Mattarella, è quello delle due leghe: quella Padana rappresentata dall’omonima Lega e quella tosco emiliana rappresentata dal PD. Quello di Draghi è un governo privo di identità nazionale, che non persegue ne la coesione nazionale ne, tantomeno, quella sociale.

Al di là degli enunciati di principio che vengono dagli USA e danno argomenti ad un’area progressista e di pseudo sinistra, la politica economica, che si evince dal PNRR approvato dal governo, mira a risolvere la crisi facendo leva sul mercato e favorendo in questo modo la logica dell’accumulazione capitalista propria dei sistemi economici Liberali.

La Meloni di fronte al quadro politico che con l’apertura della crisi del governo Conte 2 si andava delineando ha scelto di stare all’opposizione condividendo il campo d’azione con la Lega di Salvini, sempre più Lega Padana e sempre meno Nazionale. Il tentativo di ritagliarsi il ruolo di opposizione da sinistra fatta da Sinistra Italiana guidata da Fratoianni che vede al senato la presenza di due ex senatrici uscite dal M5S ( lo scrivo con rammarico) si sta dimostrando patetica e priva di sostanza. Se il PD con Letta ha attraversato definitivamente il guado ponendosi nel campo della destra Liberale, la Sinistra cosiddetta radicale, purtroppo, si mostra inefficace. Sul piano della cultura politica, priva di riferimenti forti e di autonomia, non fa altro che scimmiottare la sinistra liberal USA.

Questo fa si che anche le prese di posizione su temi quali le morti sul lavoro, la precarietà ecc. vengano percepite come strumentali ed opportuniste ed oscurate da un ambientalismo mainstream, funzionale alla restaurazione del capitalismo e del liberismo, e dalle battaglie relative a temi valoriali, e per questo trasversali agli schieramenti, che possono essere ricondotte al Liberalismo funzionale all’economia capitalista. Che sia così lo si evince dalle dichiarazioni della Schlein o dal tentativo che si sta facendo a Bologna con Emily Clancy: cosa significa lista Ecologista, femminista e solidale? Sono queste espressioni politiche proprie di una proposta politica priva di una visione di insieme che insegue specificità assecondando la logica delle minoranze e delle differenze che si traduce in una politica minoritaria dal respiro corto.

Di fronte a un quadro politico che vede di fatto la sola Fratelli d’Italia presentarsi all’opinione pubblica come partito organizzato, strutturato e cosa ancora più importante con una identità nazionale, è del tutto evidente che un “popolo” destrutturato, liquefatto, sradicato, precario, sempre più impoverito, al quale ogni giorno che passa viene sottratta persino ciò che resta dell’identità si rivolga alla Meloni e a un partito che già nel nome offre una identità nella quale, di fronte al vuoto, ci si può anche riconoscere. Un tempo le classi sociali si riconoscevano nell’essere “compagni” , nell’identità di classe lavoratrice, oggi che sono state tolte anche questa identità restano quelle territoriale: leghisti al nord, piddini al centro, neoborbonici al sud; e quella nazionale offerta da Fratelli d’Italia. Che sia così è un dato di fatto, la nascita dopo le elezioni di un Governo di destra o di centro destra con Fratelli d’Italia azionista di peso però è tutto da vedere.

Se questa sarà la tendenza lo potremmo capire da ciò che succederà alle elezioni politiche in Francia. Da alcuni indizi, uno di essi il documento sottoscritto da ufficiali delle forze armate francesi, si evince che potrebbe venire meno il patto costituzionale che prevede l’esclusione dal governo del Rassemblement National Se una tale ipotesi dovesse prendere piede in Francia sarebbe il volano per l’ascesa al governo italiano, in posizione preminente, di Fratelli d’Italia. Nel caso l’ipotesi francese non dovesse prendere piede lo scenario che potrebbe delinearsi per il futuro è un governo sostenuto da Lega e PD con la miriade di sigle che occupano il vasto spazio politico di centro.

Per governare non basta vincere le elezioni, essere il primo partito o la forza politica con il maggior peso contrattuale o di ricatto. Per governare bisogna avere il gradimento dell’establishment economico, finanziario, mediatico e del ceto intellettuale mainstream, per cui il quadro politico è in evoluzione. Perciò non sono le elezioni politiche anticipate ad interessare Fratelli d’Italia, non a caso alla domanda della Annunziata sulla possibilità di sostenere Draghi come successore di Mattarella, la Meloni ha nicchiato; a lei interessa che gli attuali equilibri politici si consumino fino alla fine. 

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