Il Capitano ‘religioso’ ha affidato la sua vittoria elettorale alla Madonna.

di Matteo Renzi. Ultima settimana di campagna elettorale e poi lo strazio di vedere un Governo che litiga tutti i giorni finirà. Nel senso che smetteranno di litigare. Oppure inizieranno a governare. E sinceramente non so quale dei due scenari sia più inquietante. Fatto sta che girando il mondo ti rendi conto che gli altri corrono, noi siamo fermi. L‘unica cosa che da noi corre è lo spread grazie alle dichiarazioni farneticanti dei membri del Governo. Ci aspetta una dura manovra di bilancio: oggi, intanto, il viceministro Garavaglia ha annunciato che toglieranno gli 80€ che sono – dice lui al Corriere – “una fregatura”. Chissà se la pensano così i 10 milioni di italiani cui i leghisti stanno per togliere mille euro l’anno: secondo me non stanno togliendo una fregatura, la stanno dando. Tolgono gli 80€ e aumentano l’IVA. Vedremo le reazioni, il tempo è galantuomo.

Vi scriverò prima di sabato, di nuovo, per illustrare le ragioni del mio voto per l’Europa e per la mia città. Rimando alla prossima enews dunque ogni valutazione sulla campagna elettorale: vi segnalo solo che stasera a Milano facciamo una piccola cosa con Carlo Calenda e altri amici (qui i dettagli), se vi va potete seguirla dalle 21 in diretta Facebook.

Qui mi limito a una considerazione più generale. Parlando a Milano, Salvini ha affidato la sua vittoria elettorale alla Madonna, al cuore immacolato di Maria: peraltro parlando in una piazza che aveva appena fischiato Papa Francesco. Sono scene che fanno male a tutti: agli atei, agli agnostici, ai credenti di altre fedi. Ma fanno male soprattutto ai cattolici che si sentono quasi violentati nel loro intimo da una bieca strumentalizzazione della religione come quella di Salvini. Chi crede alla Madonna, infatti, non se la immagina impegnata sulle preferenze leghiste per le Europee. Per Salvini invece tutto è strategia, pianificata a tavolino prima e pompata con tanti soldi su Facebook e sui social: un giochino pericoloso e violento che fortunatamente dura poco e si sgonfia rapidamente. Tutto è strategia dicevo: la strumentalizzazione del Rosario, il giuramento sul Vangelo, i pellegrinaggi da Padre Pio dopo un atroce crimine servono a trasformare un certo tipo di fede in fatto politico. Naturalmente i video di qualche anno fa (2014-2015) con Salvini che bestemmia furibondo scendendo dai palchi sono opportunamente nascosti: oggi serve un’altra immagine del Capitano, il Capitano religioso.

Sono stato molto attaccato per aver detto che, cattolico, faccio politica laicamente e per questo giuro sulla Costituzione non sul Vangelo. Mi hanno lanciato strali contro per le scelte sui diritti (“Renzi ci ricorderemo”) e nel libro “Un’altra strada” ho raccontato il dolore di sentirsi accusato su questo aspetto. Tuttavia credo nella laicità come valore per tutti: laicità, non laicismo, sia chiaro. Ma se proprio vuole giurare sul Vangelo, beh, forse potrebbe tra un selfie e l’altro fare la fatica di leggerlo. Non solo il capitolo 25 di Matteo in cui Cristo invita a sfamare gli affamati, a dare da bere agli assetati, ad accogliere gli stranieri: troppo facile questo passaggio in un momento in cui – per responsabilità di una campagna d’odio voluta da Salvini – l’Italia si caratterizza per tradire la nostra millenaria vocazione di accoglienza. No: se proprio vuole giurare sul Vangelo ci si ricordi che Cristo ha chiesto di dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio. Questa è la laicità. Capisco che giurare sul Vangelo funzioni meglio che leggerlo. Ma già che hai quel libro in mano, Salvini, aprilo. Ci scoprirai cose interessanti.

Un sorriso,
Matteo

PS Mentre Di Maio mi utilizza come un insulto (e gli ho risposto così), incontro decine di ragazze e ragazzi che stanno scoprendo o riscoprendo la passione politica. Se sapranno studiare, se avranno coraggio, se decideranno di osare, il futuro è loro. Avanti, amici, senza paura.

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