I vertici di Anm si dimettono. di Attilio Runello

di Attilio Runello. Va in frantumi la dirigenza dell’Associazione nazionale magistrati. Si sono dimessi il presidente Luca Poniz di Area e Giuliano Caputo di Unicost. Si sono dimessi dopo la pubblicazione di chat e conversazioni. Dalle intercettazioni del telefonino di Palamara – attualmente sospeso dal servizio – risulta che il magistrato parlando con un collega afferma che Salvini “va fermato”, proprio mentre l’ex ministro dell’interno è indagato in Sicilia per i porti chiusi ai migranti.
Alla decisione di rassegnare le dimissioni i due giungono dopo una riunione fiume durata otto ore.
Dell’Associazione fanno parte le principali correnti cui aderiscono i magistrati: Area, Unicost, Magistratura Indipendente e Autonomia&Indipendenza.
L’Associazione ha un ruolo importante nel suo rapporto con il Csm, il Consiglio superiore della magistratura. Il Consiglio è organo di rilievo costituzionale e regola in totale autonomia la magistratura ordinaria. Il Csm regola l’accesso, le progressioni di carriera, i trasferimenti, le nomine a incarichi direttivi, le sanzioni. Toglie queste funzioni al governo e le attribuisce a sedici magistrati eletti e otto professori ordinari nominati dal Parlamento.
L’associazione nazionale con le sue correnti risulta un punto di riferimento al momento delle elezioni. Tuttavia non dovrebbe interferire poi con le funzioni proprie del Consiglio.
Le intercettazioni sembrano indicare interferenze dell’Associazione con i compiti del Consiglio introducendo un rapporto con la politica.  Dal dettato costituzionale emerge inoltre la necessità di una autonomia dei magistrati membri del Consiglio dalla politica.
Le prossime elezioni dell’Associazione si terranno a ottobre e il Consiglio direttivo sta valutando il modo migliore per traghettare l’Associazione sino a tale momento.
Si tratta di uno scontro fra correnti? È probabile. Gli assetti delle cariche principali sta infatti andando verso una maggiore vicinanza fra l’attuale governo e la rappresentanza delle correnti. In altre parole le persone che si dimettono anche all’interno del gabinetto del guardasigilli sono sostituite da persone più vicine a questo governo.

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