…i soliti bravi col ladro degli altri!

di Grazia Nonis. Budrio: Davide Fabbri, 52 anni, è stato ucciso durante una rapina. Ha osato reagire al ladro, mentre avrebbe avuto salva la vita se solo fosse rimasto fermo, immobile. Povero sciocco, avrebbe dovuto farsi derubare senza reagire, e sarebbe ancora qui, tra noi. Commenti e dichiarazioni del genere ne ho già letti e sentiti a bizzeffe: i soliti bravi col ladro degli altri. Come se fosse facile ordinare alla nostra impulsività di mettersi a cuccia, restare immobile, tacere, frenarsi. Quanto siamo diversi nel nostro personale “turbamento”, quando costretti ci troviamo faccia a faccia contro chi potrebbe farci del male, ma non ci avverte in anticipo sul quando, sul come e su quanto egli vorrà ferirci, oltraggiarci.
Faccia a faccia. Una frazione di secondi a dividerci da un atto sciagurato che deciderà il nostro domani. Certi corpi che diventano pietra, ghiaccio, statua. Uguali nella loro stessa immobilità accettano passivamente di essere derubati, derisi, picchiati, stuprati. Immobilità che spesso non paga pegno alla loro salvezza, e permette ugualmente che vengano uccisi , o lasciati liberi di respirare in una vita che non sarà vita, in un corpo tenuto in vita reso immobile per sempre. Altri sono mare in tempesta, lampo, tuono, un’esplosione carica di odio verso chi ti sta portando via oltre ai soldi anche le lacrime il sangue e la fatica che grondano da tutto ciò che la bestia vuole, pretende, esige. L’urlo sale dal centro dell’anima, ed esplode rapido e rabbioso, incontrollato. Prende possesso della tua mente, delle tue mani, e sfocia nel grido feroce del Giusto contro l’ingiusto. Le braccia non s’abbandonano contro i fianchi, il capo non si china rassegnato sul petto. Collera e odio danzano all’unisono scagliandosi contro il feroce predatore, sicuramente già impunito ma libero di punire ancora. Sfrontato, sprezzante, protetto dal buio, e dalle leggi complici di uno Stato assente, amorfo e vigliacco. Mani nude contro la fredda canna di un fucile. Una lotta impari tra uomo e belva. Buono e cattivo. Anima e senz’anima. Dio e senza Dio. Il corpo del Giusto s’affloscia, cade a terra e muore. Il vigliacco assassino fugge, aiutato dal buio e protetto dall’ingiustizia, che con le sue leggi farà di tutto per rimanere tale.

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