I poliziotti sono mal pagati e peggio addestrati.

di Vittorio Feltri. Siamo alle solite. Un delinquente, forse malato di mente, aggredisce due poliziotti, li disarma in questura e li fredda. Ci si domanda come sia possibile che giovanotti in divisa, robusti e prestanti, siano stati sorpresi e soppressi da un ragazzotto che aveva appena rubato un ciclomotore o uno scooter.

La risposta è semplice ed esaustiva. Il nostro Paese è intriso di cultura di sinistra più propensa a tutelare i criminali che non coloro che li combattono. Cosicché gli agenti sono vincolati a rispettare protocolli assurdi che li pongono in condizioni di inferiorità di fronte a qualunque farabutto. Un esempio, essi non sono autorizzati a usare le manette se non in casi estremi. Praticamente mai, a meno che non si tratti di portare in galera un cittadino in attesa di giudizio.

Basta questo a fotografare l’assurdità dei regolamenti che, se violati, comportano provvedimenti contro i difensori dello Stato. C’è molto di più che facilita le storture. Le fondine in dotazione al personale spesso sono difettose, antiquate. Così le armi. I poliziotti sono mal pagati e peggio addestrati. Sono visti persino dai loro superiori quasi quale carne da macello o comunque manovali della legge. Sorvoliamo sui mezzi a disposizione del corpo.

Tuttavia, ciò che complica il lavoro delle nostre guardie è la mentalità di chi li guida frenandone l’attività anticrimine. Poi però, allorché succedono misfatti tipo quello di Trieste, si scatenano il piagnisteo istituzionale, le dichiarazioni commosse, la retorica di circostanza, la voglia di funerali. Tutto questo è rivoltante.

Da cinquanta anni e forse più i progressisti gridano ai quattro venti che gli uomini addetti alla difesa dei cittadini siano fascisti e servi del potere quando invece sono costretti a condurre una vita grama. Per di più essi vengono ammazzati e liquidati con una manciata di lenticchie e, nonostante ciò, la gente li guarda dall’alto in basso quasi fossero esseri inferiori.

Una remunerazione adeguata e dignitosa potrebbe restituire prestigio a coloro che pattugliano le strade, eppure non basterebbe: la politica cessi di alimentare pregiudizi che coprono di disprezzo chi rischia la pelle per salvare la nostra.

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2 Responses

  1. Enzo ha detto:

    TRAGEDIA NELLA QUESTURA DI TRIESTE

    Non ci sono parole, lo sbigottimento è nello sguardo di tutti.
    Il Personale Civile si unisce al dolore per la perdita dei due rappresentati dello Stato, due di noi, due con cui giornalmente si condividono obiettivi, preoccupazioni e attività lavorative.
    Perdere la vita nell’espletamento del proprio dovere e separarsi dai propri familiari, per colpa di due balordi che rendono invivibile la vita della collettività, è assurdo, ma purtroppo è accaduto e, purtroppo una tragedia che si aggiunge alle altre che accadono sempre più spesso.
    La Polizia di Stato perde due dei suoi tanti ragazzi impegnati quotidianamente nel delicato lavoro di prevenzione e contrasto della criminalità, per rendere più sicura la nostra società sempre più compromessa e confusa.
    Ci si appella solitamente alla sicurezza sul lavoro, ma a quale sicurezza ci si può appellare se a perdere la vita sono due agenti impegnati a dare sicurezza?
    Ora che è il momento del dolore e dello sgomento non c’è spazio per riflessioni di nessun genere, ci uniamo al pianto dei familiari per la perdita dei due ragazzi che avrebbero fatto ancora tanto per la nostra incolumità.
    E’ con tale spirito che esprimiamo il nostro sincero cordoglio alle Famiglie, ai Colleghi, a tutto il Personale della Polizia di Stato e a quello Civile che opera nella Questura, per la grave e insostituibile perdita.

  2. Chef Rubio ha detto:

    Inammissibile che un ladro riesca a disarmare un agente. Le colpe di questa ennesima tragedia evitabile risiedon nei vertici di un sistema stantio che manda a morire giovani impreparati fisicamente e psicologicamente. Io non mi sento sicuro in mano vostra.

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