I Governi di Unità Nazionale scontentano tutti, tranne la Troika!

di Massimo Ragnedda. Proviamo a riflettere assieme: cosa sarebbe successo se in questi due anni in cui siamo usciti dal G8, abbiamo aumentato il debito pubblico, tagliato le pensioni, aumentato la pressione fiscale, fatto chiudere decine di migliaia di piccole aziende, aumentato la disoccupazione (sono 6 milioni i disoccupati in Italia) e mille altre cose nefaste frutto dei due governi di unità nazionale, ci fosse stato al governo “solo Berlusconi” o “solo Bersani”? Davvero, mi e vi chiedo, cosa sarebbe successo? Se Berlusconi avesse fatto quanto fatto da Monti, credete che il PD sarebbe stato muto o, al contrario, avrebbe cavalcato la protesta soffiando sul fuoco (non per cambiare le cose ma per cambiare il governo)? La CGIL sarebbe stata zitta o avrebbe invaso le strade? La Repubblica, Ballarò, Fazio e i Media/PD sarebbero stati complici o avrebbero gettato benzina sul fuoco, dando fiato alle trombe e aizzando la protesta cercando di indirizzarla verso Berlusconi? E al contrario, se i pessimi risultati del governo Letta-Brunetta fossero stati frutto di un governo PD, magari guidato da Bersani, pensate che i media di Berlusconi sarebbero stati così accondiscendenti (ora iniziano ad esserlo meno, per dirla tutta) o avrebbero mediaticamente gonfiato la crisi, intervistato persone in difficoltà, familiari di persone che hanno perso la vita o imprenditori che hanno perso tutto? Non credete che strumentalmente avrebbero “sfruttato” la crisi per dare voce al malcontento popolare e cercare, così, di captare la delusione e trasformarla in sostegno elettorale? Invece, grazie ai governi di unità nazionale, nessuno (tranne i partiti che non fanno parte della coalizione, ma che non hanno “peso mediatico”) ha interesse a cavalcare la protesta. Perché il PD dovrebbe cavalcare la protesta, mobilitare i suoi elettori/simpatizzanti se al governo ci sono anche loro? Contro chi il PDL dovrebbe indirizzare il malcontento popolare se da 5 anni (dal 2008 al 2011 da solo e dal 2011 ad oggi con il PD) governa ininterrottamente? E i sindacati contro chi dovrebbero scagliare la rabbia dei lavoratori, disoccupati, precari e pensionati? E la Repubblica, il Corriere, Ballarò, Fazio eccetera contro chi dovrebbero puntare l’indice? Nel governo di unità nazionale tutti governano e, in fondo, nessuno lo fa. Nei governi di unità nazionale tutti hanno colpa e, in fondo, nessuno ne ha. Nei governi di unità nazionale si impedisce che qualcuno possa cavalcare la protesta (sia per motivi strumentali, sia perché ha una diversa visione politica), dare voce al malcontento popolare e trasformarlo in istanze politiche. Se il malcontento non ha voce la protesta si sgonfia, o meglio non nasce. Aumenta la rassegnazione e la sfiducia nei confronti delle Istituzioni e della classe politica. Aumenta la disaffezione e il malcontento, aumenta il qualunquismo del “son tutti uguali” e aumenta l’astensionismo. Aumentano pertanto i margini di manovra di chi impone, lontano dai riflettori e lontano dalla scelte democratiche, le regole che i governi “devono seguire”. Questa, se ci pensiamo bene, è la strategia della Troika e dei poteri forti. Strategia che si diffonde un po’ ovunque in Europa, dalla Grecia alla Germania, dal Belgio all’Italia. Strategia che a casa nostra ci viene imposta da Napolitano che, da anni oramai, è il riferimento dei poteri forti in Italia. Colui che ha fatto cadere Berlusconi nel 2011 per imporci il governo Monti (super amato dal FMI e dall’èlite finanziaria internazionale) e colui che ha tramato dietro le quinte per scongiurare l’elezione di Rodotà come Presidente della Repubblica e che ci ha imposto Letta (uomo della Trilaterale, del gruppo Bildeberg e dell’èlite internazionale) e che lo difende ad ogni occasione tradendo così il suo mandato di Presidente superpartes. Napolitano è tutt’altro che superpartes, è il vero regista dei governi di unità nazionale che servono ai poteri forti. Governi che scontentano tutti (nessun elettore né di centro destra né di centro sinistra avrebbe voluto questo governo), ma che sono la felicità della Troika che per imporre le sue scelte impopolari (far pagare la crisi ai poveri) ha bisogno di governi di emergenza nazionale. Governi che per definizione arginano al massimo il malcontento, silenziano mediaticamente la crisi e impediscono che qualcuno, per ragioni strumentali, possa dar voce al malcontento che pur aleggia nell’area. I governi di unità nazionale servono appunto a questo: sgonfiare il malcontento perché quando una pessima manovra è imposta (anche) dal partito che sostieni è più facile giustificarla e accettarla. E così da due anni gli italiani accettano (quasi) tutto.

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