Grillo, sono ancora io il padre spirituale del M5s oppure no!?

Niente più Vaffa, “adesso la responsabilità di tutti è dare all’Italia una visione per i prossimi vent’anni. Governare è affrontare il futuro con chi condivide una visione, non dividere le poltrone e poi scoprire di non avere una visione, tantomeno comune”.

A dirlo è Beppe Grillo, in un’intervista a Repubblica, in cui precisa che: “la specie che sopravvive, anche in politica, non è la più forte, ma quella che si adatta meglio. Noi siamo un po’ democristiani, un po’ di destra, un po’ di sinistra, un po’ di centro. Possiamo adattarci a qualsiasi cosa. A patto che si affermino le nostre idee”. Tuttavia, sottolinea, “non assisterete a una mutazione genetica del movimento. L’epoca del vaffa è finita, ma quella degli inciuci non comincerà”. “A noi preme affermare una visione per i prossimi vent’anni, definire la vocazione e il ruolo dell’Italia nel lungo periodo e in tutti i settori, dalla cultura all’economia. La priorità sono i giovani e gli anziani, chi più è stato lasciato solo”, spiega Grillo. “L’Italia ora deve riconquistare una visione lunga, a vent’anni. La sfida è cambiare il sistema culturale, il modo di pensare”, aggiunge il cofondatore del M5S, secondo cui “dopo quello che è successo, è tempo di uscire in mare aperto e di rovesciare gli schemi”. In merito al suo ruolo nel M5s, ribadisce il suo attuale ‘stato confusionale’: “io non capisco più cosa è vero e cosa finto, se sono ancora il padre spirituale di un movimento oppure no. Non mollo, ma adesso un capo politico c’è e certe risposte deve darle lui”, dichiara Grillo. “Sono come una prostituta in una città senza marciapiedi: non so dove collocarmi“. In ogni caso, conclude, “continuerò a essere la voce di chi fatica ad andare avanti e dei militanti che lottano per cambiare l’Italia, l’Europa e il mondo. E terrò gli occhi aperti su tutto, anche su di noi”.

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