Gli italiani non credono più a partiti e sindacati.

Non si capisce perché c’è ancora bisogno di studi, indagini, sondaggi, politologi, economisti, filosofi e quant’altro per fotografare la tristissima realtà italiana. Basta andare al mercato, salire su un mezzo pubblico, fare la fila alle Poste, insomma, stare in mezzo alla gente, per tastare il polso di un’Italia a pulsazioni ‘zero’.
Ci vuole poco a capire che nel Belpaese c’è chi continua ad ingrassare sulle macerie e chi, invece, giorno dopo giorno, diventa sempre più povero. Ci vuole poco a certificare la morte del ceto medio. Ci vuole poco a mettere a fuoco le ataviche disuguaglianze di un Paese che divide invece di unire. Per cui è consequenziale la distanza siderale che è venuta a frapporsi tra la gente e la politica, tra i lavoratori e il sindacato. Comunque, se non si fa un sondaggio al giorno, tutto ciò sembra non esistere! Ecco quindi l’ennesimo studio, una indagine realizzata da Ipsos dalla quale emerge che in poco più di dieci anni la fiducia degli italiani nei confronti dei Sindacati è calata dal 48 al 30%. Una emorragia di 18 punti che certifica la profonda crisi che stanno vivendo CGIL-CISL-UIL ma pure il sindacato cosiddetto autonomo. Dallo studio emerge anche che i cali maggiori di consenso si sono avuti tra i giovani, i pensionati e tra gli elettori del centro sinistra. Il periodo più drammatico è stato, infatti, sotto il governo Renzi quando la flessione è stata di ben 9 punti. Allorchè un governo di Sinistra, con il silenzio assenso della ‘Triplice’, ha cancellato con un tratto di penna l’Articolo 18, i diritti acquisiti dei lavoratori e ha avallato la legge Fornero che manda gli italiani in pensione a 70 anni con un assegno previdenziale non dissimile da quello di una pensione sociale! Se il 50% degli elettori italiani diserta le urne facendo dell’astensionismo il primo partito italiano, se i lavoratori stracciano la tessera del Sindacato, è perché questi ‘soggetti’ non sono stati in grado di svolgere il loro compito istituzionale e di assolvere alla loro funzione sociale: non sono riusciti a difendere i cittadini, i lavoratori dipendenti, i disoccupati e i pensionati. Politica e Sindacato hanno ragione di esistere nella misura in cui riescono a risolvere i problemi della gente e a ripianare le disuguaglianze con una giusta e più equa distribuzione della ricchezza e della tassazione. In questi anni, invece, si sono moltiplicate le disuguaglianze e il calo di credibilità della politica e del sindacato ne è stato una ovvia conseguenza.

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