Alla Casa Bianca la firma degli “Accordi di Abramo” tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrein.

di Attilio Runello. “Un giorno storico per la pace, nasce un nuovo Medio Oriente con un accordo che nessuno pensava fosse possibile e che a breve verrà firmato da altri cinque o sei Paesi arabi”. Donald Trump sigilla con nuove promesse la pax americana in Medio Oriente, formalizzata dalla firma alla Casa Bianca degli ‘Accordi di Abramo’, ossia le intese per la normalizzazione dei rapporti a 360 gradi tra Israele da un lato e gli Emirati Arabi e il Bahrein dall’altro, in cambio della sospensione dell’annessione della Cisgiordania. Così riporta un comunicato Ansa.

Per Trump è indiscutibilmente un trionfo diplomatico, che gli permette di accreditarsi come artefice di pace e a sette settimane dalle elezioni, mentre spera di incassare un nuovo successo dai negoziati sull’Afghanistan. Situazione diversa tuttavia quella dell’Afghanistan, dove i talebani per sedersi al tavolo delle trattative hanno richiesto il rilascio di molti prigionieri e dove le posizioni rimangono distanti.

Resta più di qualche spina, a partire dai palestinesi, che si sono sentiti “pugnalati alle spalle” dagli accordi dei due Paesi arabi dopo aver negato a Trump il ruolo di mediatore per le sue decisioni favorevoli a Israele. “E’ un giorno buio”, ha detto il premier palestinese Mohammed Shtayyeh. Ma il tycoon promette ora di coinvolgere altri Paesi del Golfo, probabilmente Oman e Arabia Saudita, convinto che alla fine anche i palestinesi “arriveranno a un punto in cui vorranno unirsi all’accordo di pace”, altrimenti “saranno lasciati da parte”.

Nel Medioriente prevale la Realpolitik. L’espansionismo di Iraniani e Turchi – che sono musulmani ma non arabi – rappresenta per gli Stati che sono seduti sul petrolio un pericolo ben maggiore di Israele che negli ultimi cinquant’anni ha ampiamente dimostrato di non avere atteggiamenti espansivi. Inoltre anche l’atteggiamento di Fratelli Musulmani e di Hezbollah è considerato pericoloso.

E così proprio dove Barak Obama (che vantava un nome arabo ma anche ebraico ) sperava di riportare successo grazie alle primavere arabe – risultate quasi dappertutto un fallimento – Trump che di arabo non ha nulla riporta un successo diplomatico.

Le primavere arabe avevano portato grandi speranze anche nel mondo occidentale, molto meno speranze hanno suscitato gli atteggiamenti di Trump, che difficilmente prenderà il Nobel, che invece prese Obama. Ma la diplomazia si sa è un’altra cosa

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