Giornata della Terra. Calo nascite in Italia.

di Attilio Runello. Oggi è la giornata della terra. Un giorno per ricordarci che la terra è l’ambiente in cui viviamo. E’ il nostro pianeta. Un altro pianeta accogliente come questo non è ancora stato trovato, nonostante le ricerche degli astronomi.
Abbiamo il dovere di conservarne i delicati equilibri in cui si trova per il clima, il ruolo svolto dalle piante e dagli animali. Il dovere di non inquinare e di riciclare tutto quello che scartiamo deve essere massimo.
Naturalmente il tema più pressante è quello dei cambiamenti climatici. Che ci sia in corso un riscaldamento delle temperature e uno scioglimento dei ghiacciai è incontestabile. Molti ritengono che sia dovuto ala crescita di emissioni di CO2.
La popolazione mondiale cresce e i paesi non industrializzati diminuiscono. Un paese come la Cina nell’arco di trenta anni ha portato la metà della sua popolazione a un livello di benessere pari a quello di tanti paesi occidentali. E stiamo parlando di una popolazione di un miliardo e quattrocento milioni di abitanti. Lo paga con un livello di inquinamento che non ha pari nel resto del pianeta.
La popolazione mondiale cresce in particolare in Africa – che ha raggiunto un miliardo e duecento milioni di abitanti – e nei paesi mussulmani.
Diversa è la situazione nel mondo occidentale.
In Italia l’anno scorso sono nati poco più di quattrocento mila bambini. Negli anni sessanta del secolo scorso nasceva un milione di bambini ogni anno. Con queste cifre probabilmente nei prossimi venti anni la popolazione scolastica si ridurrebbe del trenta per cento.
Sulla carta si tratta di un tema in cui tutte le forze politiche concordano. Si dovrebbe attuare un assegno unico per ogni bambino che nasce. Si parla di duecentocinquanta euro a figlio sino a ventuno anni di età. E’ tanto, ma è ancora poco. E probabilmente non sarà sufficiente a generare una inversione di tendenza.
In altri paesi si fa molto di più.
Il personaggio politico che preme di più su questo argomento è la Meloni. Per un certo periodo lo avevano abbracciato anche Di Maio e Salvini, durante il governo gialloverde.
Occorre creare le condizioni per cui ogni famiglia possa scegliere se impegnarsi nel mondo professionale con servizi come asili nidi che aiutano per i bambini o possano decidere di rimanere a casa e poter contare su un reddito e una abitazione  che possa consentire di rimanere a casa.
Non sappiamo come Draghi abbia elaborato il piano per ottenere i soldi del Recovery Fund. Ci auguriamo che tenga presente questo tema, senza il quale siamo condannati a estinguerci come popolo.

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *