Forconi e forchettoni.

freeskipper-forconidi Gianni Petrosillo. Se i due Romeo&Romeo del governo Alfetta (Enrico e Angelino), si sono detti così angosciati dai Forconi vuol dire che, effettivamente, qualcosa di buono comincia a covare sotto la coltre di rassegnazione del popolo italiano. I giovani dioscuri, figli di Zeus del Colle, sono stati sorpresi, tra un intrigo di palazzo e l’altro, dalla dura e ferale realtà, giunta come un treno sui loro grandi progetti di smembramento economico e politico della nazione. Non potevano sperare di farla franca in eterno. La triste condizione di servilismo verso stati terzi e di soggiogamento ad organismi continentali di ogni specie  (che include il continuo tartassamento dei settori produttivi), i nostri connazionali la patiscono ormai da tanto tempo, troppo per continuare a sopportare e tollerare in silenzio siffatti inganni. Cosicché, mentre loro se ne stavano ben protetti sotto l’ala glabra di Giove Quirinalizio, a tramare scissioni di partito, strette intese e ingressi a spese nostre nei circoli internazionali, il malcontento dilagava e serpeggiava senza sosta, cercando una via d’uscita. Il primo pertugio è stato infine imboccato ma siamo soltanto all’inizio di ben altre pressioni collettive, incazzature generali e patiboli pubblici che non tarderanno a presentarsi, senza invito e buone maniere, come pretenderebbero lorsignori ben vestiti e democratici. Ci si aspettava a questo punto, data la pericolosità della situazione, uno scatto di intelligenza e lungimiranza da parte della coppia di giovani marmotte che dirige le piccole manovre di cabotaggio da Piazza Colonna (sempre più infame). Non dico un passo indietro sugli iugulamenti (o inculamenti) alla popolazione, ma un atto di “autotutela” a copertura del proprio sedere, un minimo accenno di resipiscenza per non far precipitare le cose. Una simulazione di compatimento. Niente da fare, troppa grazia per incapaci conclamati e tracotanti. Infatti, contro ogni pronostico d’indulgenza, quello che crede di essere il più abile della compagnia, l’ex ram-pollo (fusione di rampante e pollo) berlusconiano, che fa? Denuncia la congiura e la regia oscura che starebbe manovrando i forconi. Quando si dice che il primo che grida al complotto è il vero complottista. Il forchettone ben pasciuto che si scaglia contro il forcone disperato. Siamo all’ubriachezza patologica e molesta di chi non sa misurare il potere e i danni che può causare: hesterno fetere mero qui credit Acerram, Fallitur: in lucem semper Acerra bibit. Comunque, non facciamoci nemmeno troppe illusioni su questa ribellione più o meno spontanea, è appena una primitiva forma di disubbidienza che, per andare avanti e durare, dovrà incontrare avanguardie capaci di rappresentare, a se stesse e agli altri, un orizzonte politico nuovo, un cammino di cambiamento e di trasformazione dei rapporti di forze col quale spezzare le catene che ci tengono legati all’attuale destino misero e meschino. Da qualche parte si doveva pur cominciare e dopo le futili e chiassose pantomime pentastellate forse, successivamente a tanto penare, stiamo approdando a qualcosa di originale, tanto che persino i Servizi non sanno come incasellare protagonisti ed eventi di questi giorni. Era ora. Anzi, il fatto che i forconi abbiano metaforicamente conficcato i loro rebbi nel corpo molle dei grillini, accusandoli di essere sconci quanto gli altri, è un elemento positivo che lascia ben sperare. Hanno capito ciò e non è poco in questa caotica fase.

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