Fmi: “Tassare le case”.

di Redazione. Debito pubblico alle stelle. Italia in recessione. Il Belpaese non ce la fa ad uscire dal tunnel della crisi.
I creditori battono cassa e chiedono che gli vengano pagati gli interessi sul debito.
Il governo fa orecchio da mercante e invece di tagliare la spesa pubblica, spende di più e lo fa in deficit e per di più con misure assistenzialistiche che azzerano il Pil e fanno lievitare la spesa pubblica che dopo la leggera discesa registrata negli ultimi due anni, toccando il 48,5% del Pil nel 2018, riprende a salire: dal 2021 supererà quota 50% del Pil per toccare – secondo le stime diffuse nel ‘Fiscal Monitor’ dell’Fondo Monetario Internazionale – il 50,7% nel 2024.

Quale la ricetta giusta? “In Italia la ricchezza potrebbe essere tassata attraverso una moderna imposta patrimoniale sulla prima casa”, si legge nel ‘Fiscal Monitor’. L’Fmi di fatto invita il governo a riflettere anche su una riforma strutturale del sistema previdenziale che superi quota 100 e che possa assicurare la sostenibilità al sistema.

Insomma, l’Fmi chiede a chiare lettere una patrimoniale con una tassa sulla prima casa. Il rapporto auspica che tutti i Paesi valutino come spostare il peso fiscale dal lavoro al capitale, anche per ridurre le crescenti ineguaglianze. “Molti Paesi”, scrivono i tecnici dell’Fmi, “hanno spazio per incrementare le proprie entrate in modo significativo tassando eredità, terre e proprietà immobiliari”.

Logiamente ‘loro’ propongono soluzioni rapide, che vanno a prendere i soldi dove è più facile trovarli: lavoro dipendente, pensione, casa.

A notro modesto avviso, invece, la ricetta giusta è una sola: lotta all’evasione e riduzione del costo del lavoro

 

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