Fmi: rischio per l’Italia da Reddito e Quota 100. Di Maio, non è vero niente.

di Redazione. Le criticità espresse nel Belpaese sui provvedimenti economici del governo sono stati stigmatizzati anche dal Fondo Monetario Internazionale, secondo le cui stime il reddito di cittadinanza è sì un passo nella giusta direzione, ma prevede benefit “molto alti”, soprattutto “al Sud dove il costo della vita è più basso”: questo fa sì che rischi di essere un ”disincentivo al lavoro” o di creare “dipendenza dal welfare”!

Il Fmi, sottolinea che anche se i benefit previsti hanno nel mirino i più poveri, il reddito penalizza le famiglie più numerose. Per la sua attuazione i controlli sono “essenziali”.
Quanto a “Quota 100” per il Fmi, le regole per il pensionamento anticipato sono state “allentate notevolmente. Questo potrebbe aumentare il numero dei pensionati, ridurre la partecipazione al mercato del lavoro e la crescita potenziale, e aumentare i già elevati costi pensionistici”.
L’Fmi ha anche evidenziato che il tasso di povertà in Italia ”non solo è più alto della media europea ma è soprattutto fra le famiglie più giovani”. 
“I redditi reali dei dipendenti restano sotto i livelli per accesso all’euro”.
Oltre il 20% delle famiglie è a rischio povertà e l’emigrazione dei cittadini italiani è vicino ai massimi degli ultimi cinquanta anni. Insomma, la crescita in Italia è rallentata e il rischio recessione è aumentato. In caso di un acuto stress dell’Italia l’effetto contagio potrebbe essere globale e significativo.
Dura replica di Luigi Di Maio che respinge al mittente le criticità espresse dal Fmi: “Abbiamo già smentito tante voci in soli sette mesi e nel corso del 2019 smentiremo anche il Fondo Monetario Internazionale. Chi ha affamato popoli per decenni, appoggiando politiche di austerità che non hanno ridotto il debito, ma hanno solo accentuato divari, non ha la credibilità per criticare una misura come il Reddito di cittadinanza, un progetto economico espansivo di equità sociale e un incentivo al lavoro”.

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